giovedì 8 maggio 2014

500 Pus

Pus, perché ha il tetto schiacciato male, come un brufolo.
[*]
«La futura erede della Fiat Punto si chiamerà probabilmente 500 Plus e sarà costruita a Tichy in Polonia, nelle stabilimento che ora produce la 500 (e la consorella Ford Ka), la Lancia Ypsilon. Lo afferma l'autorevole Automotive News in un articolo a firma di Luca Ciferri. Per adeguare l'impianto (Ford non ha rinnovato l'impegno con il gruppo italo americano) Fca metterà sul piatto investimenti per quasi 800 milioni di dollari. La vettura arriverà nel 2016..
Per adeguare l'impianto (Ford non ha rinnovato l'impegno congiunto con il gruppo italo americano) Fca metterà sul piatto investimenti per quasi 800 milioni di dollari. 
La nuova Punto dunque farà parte del category brand "500" e di fatto sarà una versione a cinque porte, allungata e allargata del cinquino lanciato nel il 4 luglio del 2007. Sarà basata sulla piattaforma Small e sarà lunga meno di circa 3.8 metri.
Da sottolineare che Fiat aveva deciso di non sostituire la Punto (costruita a Melfi, dove dal mese prossimo sarà assemblata la Jeep Renegade e dopo la gemella diversa Fiat 500X) e di non presidiare il fronte delle compatte 5 porte di segmento B, in realtà come più volte ha annunciato, ha deciso di portare avanti un "brand", quello 500 appunto, che semi-premium garantisce più appeal e margini. E Fiat – come si legge nell'articolo di Automotive News Europe – ha disperatamente bisogno di un modello nuovo in quest'area dove dominano case come Vw con la Polo, Ford con la Fiesta, Peugeot con la 208 e Renault con la Clio. Tutte auto nuove o rinnovate che hanno dato grandi soddisfazioni ai rispettivi costruttori.
Fiesta è prima nelle vendite quasi 300mila unità vendute nel 2013 contro le quasi 104mila Punto targate lo scorso anno con un calo del 22% rispetto al 2012. »


Una volta, con la Uno prima e la Punto poi, la Fiat era il costruttore che, in tale settore di auto compatte a cinque porte, vendeva più di tutti in Europa.
Adesso marlonbrandizzano, nel senso che, dopo una cospicua dose di burro sottomarca, anzi forse di margarina ricavata da oli esausti, si avviano a dare gli ultimi colpi sodomitici al cosiddetto made in Italy.

Mi piacerebbe saper pronunciare parole di sdegno. Ma preferirei mi crescessero le unghie (e la forza) di Wolverine. Per graffiare le fiancate del category brand 500, cosa avete capito.

Nessun commento: