martedì 27 maggio 2014

Con gli occhi chiusi

I miei opinion maker di riferimento (qui e qui) si sono espressi e io a loro mi accodo, non aggiungendo un'acca allo specifico dell'accadimento elettorale.
Marginalmente, butto là un'impressione sopravvenutami stamane appena alzato, uscito fresco da una specie di incubo in cui guidavo con gli occhi chiusi su per una salita di una strada consueta, stava nevicando, e dietro a me un'ambulanza che voleva sorpassarmi e non ci riusciva ché io andavo come un pazzo e nel sogno mi dicevo «cazzo apri gli occhi cazzo solleva le palpebre» e non ci riuscivo, come fossero incollate. 

L'impressione, laterale, scaturita dall'incubo è questa: Renzi ha successo perché riesce a illudere gli elettori sulla sua capacità di guidare il Paese con sicurezza e determinazione, a occhi chiusi,
«Finché qualcuno, presolo per i capelli [...], non gli [faccia] volger la testa. - Dio! Mi fate male! Che divertimento c'è? - Hai sonno, bestia? - Poco no. E raccontava perché non aveva avuto tempo di dormire abbastanza. E sorrideva, tra il sonno.». Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi, parte prima.
Anche Renzi sorride (o si compunge, alla bisogna). Finché qualcuno...

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