–
La vita è difficile
–
Spiegati.
–
La vita non è facile.
–
Ho capito.
–
Ma dimmi: se, viceversa, avessi detto “La vita è facile”,
tu mi avresti chiesto di spiegare?
–
Può darsi, diciamo che, in genere,
si capisce meglio la facilità
piuttosto che la difficoltà.
La difficoltà del vivere ha più contenuto narrativo del vivere
facilmente. Pensa, per esempio, a John Elkann.
–
Ci ho pensato.
–
E non hai ancora vomitato?
–
No. So che farlo libera, ma nel
farlo non si sta tanto bene. Quindi: non ci penso all'Elkann. Penso
alla vita che scorre e che assomiglia a un fiume, a volte in piena, a
volte in secca a volte normale, come sono normali i fiumi da
cartolina che stanno comodi dentro i loro argini, mòvendo le
imbarcazioni
la dove si può navigare e/o attraversare da una riva all'altra, dove
si incontrano Caronti e che
ci imbarcano senza minacce
di portarci chissà dove.
–
Uhm, similitudine un po' deboluccia
quella del fiume, non credi? Tra le tante disponibili, io avrei usato
un altro elemento geografico al posto del fiume.
–
E quale? La montagna, la collina, la
pianura, il lago, il mare?
–
A un vulcano, ecco. La vita è un
vulcano a volte attivo, a volte no. La vita erutta, fuma, ribolle.
Poi si spegne, come tanti vulcani spenti. Ci sono fasi della vita in
cui ti senti esplodere, altre invece in cui ti senti tappato
dappertutto, solo dalle nari esce un po' di rabbia contenuta.
–
Uhm, la tua similitudine potrà
essere più suggestiva, concedo, ma non mi sembra divergere in
sostanza da quella vita-fiume
che ho testé proposto.
–
Sì, hai ragione. È che tutte
queste similitudini per riuscire a restituire un'immagine adeguata
della vita hanno stancato.
–
È il pensiero che vuole coglierla
che ha stancato, forse.
–
Vivere senza pensare è come vivere
senza cogliere i famosi frutti. E mangiarli.
–
Una volta mangiati vanno digeriti,
eccetera.
–
È un bel periodo di transito, in tutti i sensi.
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