mercoledì 24 settembre 2014

Ci vorrebbe l'ammorbidente

L'Articolo 18 
«sta creando disagi sociali e disuguaglianze: questa non è giustizia».
È mezz'ora che sono davanti a questa frase pronunciata da Sergio Marchionne e non so, non so davvero da che parti rifarmi. Ho pensato persino di mettermi nei panni di un tagliagola islamico che affila la lama del suo coltellaccio su una manica strappata di un golfino cachemire, ma è un esercizio mentale balzano, anche perché qui non c'è niente da vendicare, non c'è da aspettarsi paradisi a decapitare le gole dei pezzi di merda. Inoltre, chi vuoi educare, è vano cercare di colpirne uno per educarne cento, dato che lo stesso pensiero sopra espresso oramai domina le menti di quasi tutti i proletari del mondo disuniti.
Dunque no, ragioniamo, mi sono detto, affrontiamo la questione con strumenti dialettici, ogni enigma ha una sua risoluzione, Marchionne è una sfinge e la sua non è un'affermazione, bensì una domanda. Come risolverlo, allora, l'enigma? Ammazzandogli il padre e trombandogli la madre?

No, no, non ci siamo. Devo stare calmo, non siamo mica a Tebe, la tragedia non è la nostra narrazione, la farsa piuttosto; infatti, la nostra è un'epoca storica in cui il potere è riservato o agli stronzi o agli insulsi, democraticamente eletti, beninteso, foss'anche attraverso delle semplici primarie di partito.

Il problema, eccolo, è che non c'è nessun partito che, sentendo una dichiarazione del genere, insorga come un sol uomo e, sfruttando la notevole maggioranza parlamentare alla Camera (ottenuta con una legge elettorale anticostituzionale) e quella esigua al Senato (con qualche fronda grillina da supporto), faccia una legge per venire incontro alla giustizia che dissolva disagi sociali e disuguaglianze: una legge quadro che imponga in tutta Italia la settimana lavorativa a 30 ore senza modificare, o modificare in senso maggiorativo, la retribuzione; una legge, infine, che estenda a tutti i lavoratori le tutele dell'Articolo 18.

Ecco fatto. Anzi no: per ringraziare il CEO del Gruppo Fiat dello sprone a fare le riforme, inviargli nella sede di Detroit, un pregiato flacone da un litro e mezzo di Coccolino.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

basterebbe farlo lavorare un mese come operaio nella sua fabbrica. solo un mese, perché il mese dopo si darebbe malato. sul piano personale non è gente onesta, è cinica e oscena, e sa di esserlo. se non lo fosse non sarebbe a quel posto. e tuttavia è solo un piccolo escremento del sistema, perciò se lo elimini la grande puzza resta.

e tuttavia tirare lo sciacquone è un atto di educazione e di igiene, quantomeno questo.