giovedì 21 aprile 2016

Un operaista

Mi sono fissato un'ora su una intervista a Mario Tronti per spillarci qualcosa da scrivere e non è uscito niente, un po' di schiuma, Peroni giapponese svanita a fine barilotto, quasi calda, gusto piscio.

Che vuoi che faccia, che mediti su un pensiero come questo?

«L’individualismo, [...]  ormai ha sbaragliato anche il campo di quanti dovrebbero opporsi a ogni forma di sfruttamento, a ogni imposizione del mercato, alla crescente artificializzazione della vita».

Niente. È proprio vero: per un senatore, gli individui sono sempre gli altri. A prescindere.

I conflitti sociali sono dovuti all'individualismo, al progressismo, al mercato, alla tecnoscienza. E neanche di striscio spiegare cosa determina e regola questi fenomeni. Cuccù. 

Da giovane la cosa che più temevo per il mio futuro (lavorativo) era o diventare prete oppure operaio (in un lavoro alienante, turni di notte di otto ore filate compresi). Che coglione. Va beh, prete non avrebbe fatto al caso mio. Mi toccavo troppo. Neanche l'operaio (non toccavo niente). Tuttavia, come operaista avrei potuto avere un futuro, chissà.

5 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

chi dice che i preti non si tocchino e anche tanto? e soprattutto non di rado toccano anche quello altrui. è dunque per quest'ultimo motivo che hai declinato la chance

Anonimo ha detto...

Caro Luca,

non mi tormenterei più di tanto il "colon", su Mario Tronti.
Mi ricordo ancora che alla fine degli anni 70 , forse addirittura il 1980, ebbi modo di scrivere un breve saggio , durante un corso di sociologia, proprio su Mario Tronti.
All'epoca lui e Tortorella si inseguivano in tutta Italia di convegno in convegno per sbeffeggiarsi a vicenda.
Non mi ricordo più cosa diavolo scrissi e nemmeno ho più il testo, ma mi pare che il tutto nascesse nell'ambito della "eterna " discussione tra Althusser e Poulanzas tra Economico e Politico con un Negri che era alla ricerca della "classe perduta ".
Fatto sta, che se avessi letto bene sia Marx che Lenin,di certo mi sarei preoccupato di meno.
In fondo stringi, stringi,di riduzionismo in riduzionismi,(sic!) se L'economico detta i tempi , il compito del partito è di capirli e di preparare la classe (oggi si direbbe i salariati).
Tronti ?!
Beh , già di per se è indicativo che l'intervista sia stata fatta ad Avvenire.
In fondo è destino, che di massimalismo in massimalismo , si finisca tutti quanti a prender L'ostia .In questo senso gli "è compagno di questi tempi il buon Bertinotti "
Ancor mi sovvengono le parole di Giorgio Galli, che in una riedizione del sua Storia del Partito Comunista Italiano (la prima nel 58),scrive : ...Credo non possa più essere contestata la tesi di fondo, secondo la quale il PCI ha ripercorso la storia "revisionista" dei partiti del socialismo democratico della Seconda Internazionale, complicata dal" legame di ferro" con L'URSS.
Oggi non c'è più L'Urss ,non c'è più il Pci e nemmeno il Socialismo democratico.
Ma che strana la Storia.
I processi dialettici , al contrario ,lo sono molto di meno.
Sperando in una riabilitazione del tuo "colon".
Un saluto

caino

Luca Massaro ha detto...

Grazie Caino del prezioso commento che restituisce uno spaccato d'epoca oramai tramontata.
Tronti e altri come lui si tengono lontani dalle scoperte scientifiche di Marx. Chissà perché ora che esse trovano piena verifica.

Anonimo ha detto...

Caro Luca,
figurati, non c'è di che!
Pensa che ho appena letto questa notizia , su cui sto riflettendo seriamente :

http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/il-governo-cinese-dedica-una-seduta-al-tema-delle-tavolette-del-wc/ar-BBs3wDn?ocid=spartandhp

un saluto

caino

UnUomo.InCammino ha detto...

Il progressismo, come altri oppi per le menti, spegne lo spirito critico e allontana dalla realtà e dalle sue leggi fisiche e biologiche.
Inoltre esso accelera i tempi.