Prima dei "socialmedia" (internet c'entra e non c'entra), sui fatti di cronaca ci si accapigliava al massimo con una decina di persone in famiglia, venti se dentro un bar o trenta se il circolo fosse stato pieno, cinquanta se al rinfresco della cresima o della comunione. E per quanto giornali e televisioni si sforzassero di stamparli a caratteri cubitali o ad urlarli nei titoli dei telegiornali, il virus della cronaca contaminava una ristretta cerchia, e per ciò stesso aveva vita breve, come discussione pubblica, nella mente del pubblico.
Da un po' di anni a questa parte, da quando internet ha preso la piega social (Facebook, Twitter e, in minor misura, i blog) il virus dei fatti di cronaca non è circoscrivibile, contagia una platea straordinariamente più ampia, e i nostri colpi di tosse, gli starnuti e gli sputacchi di parole si diffondono nell'aere con velocità esponenziale fino a raggiungere una soglia critica in cui il nostro sistema immunitario alle cazzate alza bandiera bianca.
Il solo argine, a questo flusso continuo che ci ammorba, è la resistenza passiva che la nostra mente opera mescolando i fatti, frullandoli in modo da confonderli e non distinguerli più l'uno dall'altro.
Ma non basta. Prima che la mente imploda e non capisca più niente, occorre trovare una strategia di difesa e - secondo me - le strade percorribili potrebbero essere due: o fare finta che i fatti di cronaca non accadano, che non ci riguardino e mostrare, verso di essi, “divina indifferenza” («Spesso il male di vivere ho incontrato / e quasi sempre me ne so' fregato»); oppure, al contrario, prestare la medesima attenzione per tutto, perdere - per ogni accadimento - più neuroni che capelli, mostrare trasporto empatico verso ciò che accade in cronaca senza fare differenze tra un fatto e l'altro.
Ognuno segua la propria indole. Io, per il momento, provo a guardare, sopra la statua della sonnolenza, il passaggio del falco.
3 commenti:
falconiere
effettivamente emerge il peggio di noi
A noi ci tocca..!
.. com’è tutta la vita e il suo travaglio
16. in questo seguitare una muraglia
17. che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
caino
ps La speranza è sola consolazione
(ma v'è più di una speranza)
Solo i tempi per noi , forse,non combaciano
Amen !
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