Lei non faceva per me.
Né tanto meno io facevo per lei.
Non ci facevamo, dunque.
Ci sfacevamo, anzi.
Non eravamo stupefacenti.
E di noi non restavano che tracce scarne
d'un amore che fu felice per un po'
diciamo un tre quarti d'ora e poi
fu un intervallo continuo
in attesa del secondo tempo
che tardava a venire.
In verità, tardavamo a venire entrambi.
Per fortuna, bevevamo tè caldo in continuazione.
Tanto tè caldo, ma così tanto
che ci venne la cistite a forza di orinare teina
una droga con minor tenore di effetti psicotropi
ma faceva la sua parte anch'essa
a tenerci sospesi nel disamore.
Poi arrivò un avvocato che ebbe pena di noi
che ci portò davanti a un giudice
a confessare le nostre discolpe.
E fummo disciolti dai vincoli
ma legati per sempre agli svincoli
illusi bastasse cambiare la strada
per avere una nuova vita.
E i casellanti sorridono.
Noi meno, ma fa niente.
L'importante è che qualcuno si diverta.
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