Il dirsi si fa più rarefatto e l'udito si riposa perché si gode ampi spazi di silenzio prima occupati dal brusio continuo, assordante, delle voci. Non è un mistero che staccare la mente dal flusso informativo lo faccia ricaricare per effetto contrario alla batteria del cellulare. Mettere la mente in "stato aereo" restando a terra, togliere anche i suoni di notifica e il tormento delle vibrazioni. Puntare gli occhi in un punto immaginario della stanza. Ricordare. Esistere doppiamente.
Tutto questo presente addosso, com'è faticoso, come riempie il tempo senza ristoro alcuno. Questa gravità: come schiaccia a terra per paura che gli stomaci restino vuoti.
Il silenzio prolungato della strada, un'area di sosta improvvisata, il lancio dello sguardo nell'orizzonte in fuga, ecco:
E rivedi nell'ombra la luce, nel vuoto il pieno, nel concavo il convesso, nel difforme la forma di un vaso o forse due volti che non si baciarono mai.
2 commenti:
bella foto, sembra un Cézanne
Cazzo ma sei un poeta non un blogger !
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