Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.
E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ne infranga il riposo, la trasformazione.
Ma il fruscio che ogni passo produce
richiama lo scorrere del tempo
e la pace che ci è stata offerta
Morire è un ampliamento di vita:
è il riassunto dei propri pensieri,
è il diffondersi intorno
sugli altipiani del sopra mondo.
Macerare è restituire al Padre
il pane quotidiano invocato
con la preghiera che il Figlio,
per collegarci col Cielo, ci ha dato.
Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la voce
tra le corde dei rami che, nudi, vestirono.
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