domenica 27 aprile 2025

Domenica mattina

Da quando i giornali non esistono più, la domenica mattina i tavoli del bar sono occupati dalle tazze di cappuccini e caffè, o dai gomiti degli avventori che palpeggiano i loro telefoni intelligenti. Per quanto impegno ci mettano i telegiornalisti nel leggere le prime pagine di quelle cose che non esistono più, nessuno li prende in considerazione, si parla a malapena del papa o del calcio rimandato per il lutto di qualcuno che, senza voler mancare di rispetto, qualcosina meno del Cristo conterà. Un amico ce l'ha con la Meloni. Un altro con i baby pensionati. Io cerco di spiegare l'Antropocrazia, ma mi ascoltano con mezzo orecchio perché passa una ragazza di colore in canottiera alle otto e mezzo del mattino, pronta per correre lungo la ciclopedonale. Avrà i calori e noi no, ancora col piumino leggero indosso, patiti dall'umido di un aprile che avrà fatto contento quel trombone di Guccini che aspetta da sempre le piogge di questo mese come uno schiaffo improvviso.
Lascio il locale, e le chiacchiere, e l'imminente partita a briscola, tressette e scopa. Devo andare a correre anch'io, piano, molto piano, giusto per levarsi di dosso la nebbia della notte e dimenticare i mezzi sogni di ragazze in canottiera che sorridono solo a me.