« Con la Fiscalità Monetaria e con il Reddito di Cittadinanza Genera-
lizzato l’Essere Umano potrà realizzare la sicurezza economica. Con tale
sicurezza ci si potrà avviare verso la Creatività e quindi verso la trasforma-
zione dei contenuti interiori di dolore, in felicità. A questo punto dobbia-
mo chiederci: sarebbe ciò sufficiente per una prospettiva di vita serena? La
risposta è: no!
Se la Creatività, la Fantasia ed il Libero Lavoro consentiranno a cia-
scuno di realizzare anche prodotti materiali, con l’impiego dei beni forniti
dalla Natura, come potrà l’Essere Umano non sentire propri tali prodotti?
Egli certamente li amerà e li considererà come una estrinsecazione della
propria Personalità e si sentirà anche libero di scambiarli con altre cose
realizzate dai propri simili, con fini reciproci di convenienza personale. Con
ciò il patrimonio personale sarà costituito da ciò che ciascuno sente come
estrinsecazione della propria interiorità, con l’aggiunta di quanto sarà en-
trato legittimamente in possesso durante la propria vita. Ma nel mondo
non esistono soltanto forze positive. L’esperienza ha insegnato che possono
nascere conflitti tra gli Esseri Umani, motivati da buona o cattiva fede. Tale
doloroso patrimonio di esperienze, proprie ed altrui, terrebbe l’Essere Uma-
no in apprensione per la propria sicurezza e per quella dei propri beni. Egli
si sentirebbe portato ad armarsi per difendersi e difendere le proprie cose, e
ciò tanto più quanto maggiore sarebbe il piacere derivategli dalla disponibi-
lità di quanto con fatica realizzato.
I Pensatori del passato avevano fondato su tali esigenze psicologiche la
necessità dell’esistenza dello Stato. Qualcuno arrivava ad affermare, con
poca coerenza logica: homo homini lupus. Se tutti gli uomini fossero lupi
il problema non si porrebbe in quanto non vi sarebbe Creatività e quindi
prodotti da contendersi. La verità è che nel cammino verso il superamento
della materialità si hanno, tra gli Esseri Umani, diversissimi gradi di svilup-
po e quindi potenzialità di conflitti, anche tra coloro che sono avanzati in
questo cammino.
Per risolvere la problematica descritta non vi è altra possibilità che quella
di accettare l’esistenza di una struttura giuridica pubblica che, impropria-
mente, si è abituati a chiamare Stato. La funzione di tale struttura dovrebbe
essere quella di tutelare validamente quelli che vengono chiamati “diritti
individuali” e, soprattutto la Libera Creatività, la cui esigenza è stata sopra
descritta. In tale campo noi non siamo all’anno zero, in quanto la Civiltà
ha creato la Scienza del Diritto con i relativi Codici. Tutte le tribolazioni
e le tragedie sperimentate in passato, nel settore giuridico, dipendono non
già dalla inadeguatezza della Scienza del Diritto e dei relativi Codici, ma
dal fatto che l’amministrazione di tale fondamentale settore è stata tenuta
dalle organizzazioni statali, via via concretatesi storicamente, tutte fondate
sulla spasmodica ricerca della conquista del Potere senza limiti. Il corretto
rapporto tra il Potere ed il Diritto sarà esaminato in seguito. Per ora limitia-
moci a registrare la dolorosa esperienza di tutti coloro che si sono imbattuti
in problemi di violazione dei propri diritti e di quelli dei propri simili.
Basta guardare lo stato della Giustizia in Italia per sentirsi certi che in tal
modo le cose non potranno andare avanti.
Il Problema è quindi quello di concepire valide correzioni all’attuale
struttura giuridica che se non funziona, come non funziona, deve avere in
sé degli errori di impostazione che è assolutamente necessario correggere.
L’Antropocrazia ha individuato una delle possibili cause di tale dissesto
nella forma di reclutamento dei membri di tale struttura da parte del potere
statale come si è venuto storicamente formando.
Trattandosi, come detto sopra, di un problema fondamentale per la fu-
tura evoluzione positiva dell’Essere Umano, occorrerà approfondire al mas-
simo tale argomento, per evitare che in futuro possano ripetersi le nefandez-
ze di tale settore, che siamo stati, per il passato, costretti a subire o a vedere
accadere, con orrore».
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