Il freddo abbaia sugli sterpi
e tu mi segui in questi passi
tra rami secchi e scarsi sassi:
nella belletta ghiacchia m'inerpico
e mormoro:
"Ti libero la fronte dai ghiaccioli
che raccogliesti traversando l'alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.
Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l'ombra nera, s'ostina in cielo un sole
freddoloso; e l'altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui."*
* XII mottetto di Eugenio Montale
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