giovedì 5 giugno 2008
Troppo ganzo, Gianni.
Gianni Vattimo dice:
Una signora anglicana una volta mi ha detto: "Ma sai che noi siamo separati solo perché Enrico VIII si è risposato? Ma possibile che abbiamo ancora queste fisime?" Quando il Papa incontra il Dalai Lama è preoccupato che quel poveretto andrà all'inferno perché non è cattolico? In Bergson c'era qualcosa di interessante quando diceva che esiste una fase mistica delle religioni e forse noi arriveremo a questa fase mistica. Forse possiamo veramente arrivare a questa dimensione comune, ma (...) ce lo impedisce (...) il fatto che ci sono delle burocrazie che non vogliono rinunciare ai loro privilegi. Nelle chiese è un po' così. Io non ci vedo altro che degli apparati che probabilmente hanno i loro motivi per pensare che le donne non possono diventare preti. La carità c'entra col fatto che le donne non possono diventare preti? No. E allora? E' solo una questione di tempi storici. All'epoca di Gesù le donne non erano avvocati, ingegneri, ma anche gli apostoli non erano polacchi (o tedeschi), però erano sposati, pescatori, esattori delle imposte, e il Papa non è né sposato né ha mai fatto il pescatore.
Voglio dire: anche dal punto di vista ecumenico, al dialogo interreligioso gioverebbe il separarsi un po' di più dagli apparati politici. Quando il cardinale Ruini dice che il crocifisso è il simbolo della nostra nazionalità, io gli darei uno schiaffo se fossi il crocifisso! Ma figuriamoci! Non voglio fare di Gesù un leghista, non ha niente a che vedere con la nostra nazione. E forse nemmeno con l'identità dell'Europa. O meglio: proprio come cristiano credo che non si debba fare della questione delle "radici cristiane" nell'Unione Europea un elemento di scontro, un tema di conflitto.
da René Girard, Gianni Vattimo, Verità o fede debole, Transeuropa, Massa, 2006, pag. 21-22
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