domenica 13 luglio 2008

Se vi è finezza...




Se vi è finezza al mondo
tu sei quella finezza. Sii clemente:
nessuna preghiera dovrebbe
provocarti che al pianto. Ebbi un amico...
ma lasciamo. Ricordo come da bambino
pregando m'interrompevo, tremando
fino al sonno - era il tuo sonno a placarmi -

Tu certo hai letto il Ramo d'oro di Frazer.
È degno di te. Una preghiera
quale potrebbe averla detta
un amante che celebri
ogni fattezza della sposa
piena di grazia, ed è un terrore,
terrore quale un uomo, uno da poco
sposato, prova per la sua sposa -

Tu sei la sposa eterna e sei
il padre - un qui pro quo,
un semplice miracolo che sa
la marea diramante a cui la quercia
è corallo ed il corallo è quercia.
Gli Himalaya, le praterie
dei tuoi tratti stupiscono e incantano.

Perché dovrei muovermi di qui,
luogo della mia nascita, se so
quanto sarebbe futile cercare
te nella molteplicità
del tuo sfacelo?
Il mondo si dilata
per me come si apre un fiore -
si chiuderà per me come una rosa
si piega e cade,
marcisce ed è assorbita ancora
in altro fiore - ma tu
non appassisci e sbocci
tutta intorno a me. Io scordo
perennemente me stesso e nel tuo
comporti e decomporti trovo
la mia
disperazione.

William Carlos Williams
da "PATERSON"

tratto da Cristina Campo, La tigre assenza (poesie e traduzioni poetiche), Adelphi, Milano, 1991 (pag. 158-159)

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