Come erano sistemati i viaggiatori nella slitta?
Sul sedile posteriore c'erano la moglie dell'epistolografo con i figli, e su quello anteriore, accanto al cocchiere, c'era l'autore della lettera, la guida dell'esodo, il capitano della nave, l'esiliato.
In che cosa erano avviluppati i viaggiatori?
Quelli del sedile posteriore in due coperte, di cui la più sottile era di cotone e la più spessa di pelo di cammello, mentre quelli del sedile anteriore avevano le gambe e le reni anch'esse avvolte in coperte di pelo di cammello.
Di che cosa odoravano le coperte?
Di cavallo e di orina.
Di che cosa parlavano il capitano della nave E.S. e il primo timoniere di nome Martin?
Del tempo, del fronte orientale, della ammirevole partecipazione dei reggimenti ungheresi alle ultime operazioni militari, della razze equine, del peperoncino sotto spirito, del gulasch, dell'acquavite di pesca, della penuria di certi articoli di prima necessità come gas, burro, candele steariche, lamette da barba, calzature, ecc.
Quale osservazione degna di essere menzionata fece E.S.?
Che un grosso naso adunco non è necessariamente una caratteristica degli ebrei, perché vi sono spesso eccezioni evidenti.
Come fu accolta dal timoniere di nome Martin?
Con sospetto, incredulità, disapprovazione.
Quale materiale probatorio accampò il timoniere a sostegno della sua tesi sugli uccisori di Dio?
L'uomo-dio crocifisso avvolto di neve sul ciglio della strada, con gli occhi azzurri come l'azzurro del cielo e le palme insanguinate coperte da un impiastro di fiocchi gelati, con una corona di spine simile al triste nido vuoto di una cornacchia; l'uomo-dio crocifisso che gelava sul limitare del villaggio, dimenticato da tutti.
Il capitano uccisore di Dio e il timoniere (uccisore degli uccisori di Dio) trovarono argomenti di conversazione sui quali essere d'accordo interamente e senza riserve?
L'aglio come mezzo efficace per riscaldare il sangue e regolare la digestione, l'aumento dei prezzi, la penuria di certi articoli di prima necessità, ma soprattutto e innanzi tutto si trovarono d'accordo sull'acquavite di pesca, che riscalda il sangue e migliora la circolazione, ringiovanisce, rasserena, rallegra, eccita, ed esala tutti i profumi di questo mondo.
Quando si furono scolate la borraccia del capitano, col tappo a vite, e la bottiglia del timoniere, chiusa con un tutolo, come si riscaldarono?
In vista ormai del porto e prossimi alla meta, fecero sosta in un'osteria a Baksa, dalla signora Klara, dove ordinarono cinque decilitri di acquavite d'albicocca, sul conto del capitano, come esigono le buone maniere e le leggi non scritte.
Quale fu l'ultima immagine che apparve loro al momento in cui viaggiatori e carrettiere si separarono?
L'ano rossastro del cavallo, simile a una rosa, che nella corsa proiettava sulla neve piccole sfere di colore verdognolo.
Perché i viaggiatori non vennero condotti fino a destinazione?
Perché E.S. non riuscì a mettersi d'accordo col carrettiere. Questi, infatti, riteneva che, a causa della stanchezza dei cavalli e dell'ora tarda, non sarebbe riuscito a tornare in tempo a Lenti, e chiedeva perciò che il cliente gli pagasse anche il viaggio di ritorno, mentre quest'ultimo giudicava la cosa un vero ricatto, perché non se n'era parlato all'inizio del viaggio.
Che cosa esige la giustizia?
La giustizia vuole sostenere la sua verità fino all'estremo, e per questo il pensiero dell'epistolografo torna sul luogo dove si separò dal cocchiere e dove lo sorprese all'ultimo istante, quando già aveva tirato le redini e sollevato la frusta, ritto in piedi, come congelato, pietrificato.
Che cosa disse E.S. al cocchiere?
Scostò la cartella dal petto dove l'aveva tenuta stretta fino a quel momento e gli indicò, senza una parola, nella costellazione del torace, nella regione del mediastino, ben visibile nell'oscurità invernale, la stella di David.
Danilo Kiš, Clessidra, Adelphi, Milano 1990, pagg. 54-56
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