Stasera è tardi per infrenarmi in un difficile discorso sulla giustizia. Mi limito dunque a dire due o tre cose, a margine di quando detto qui da Ivo, che spero un giorno di poter rielaborare alla luce di quei pochi studi fatti in merito.
Succede un crimine, vergognoso e terribile come lo stupro. Si trovano quasi subito i responsabili. Siamo in uno stato di diritto: si arrestano, si conducono in carcere, li si accusa del reato suddetto, gli si affida un avvocato per difendersi, si stabilisce un processo che, prima o poi, si terrà. Si differisce la vendetta, ovvero si cerca la giustizia che si basa sul nostro codice penale. La vittima, vedendo questo, si sente ancor più impotente e non può che essere desiderosa di vendetta immediata; la folla bramosa reclama lo scalpo, si foga in un vero e proprio linciaggio. Ma siamo in uno stato di diritto. La giustizia deve essere amministrata da un organo statale quale la magistratura. I presunti colpevoli devono essere sottratti dalle mani della folla inferocita, pena il ritorno allo stadio primitivo dell'uomo, dove la catena delle violenze portava alla catastrofe comunitaria.
Le Erinni devono necessariamente trasformarsi in Eumenidi. Le Erinni infatti rappresentano l'omicidio collettivo; e se, in questo caso, il linciaggio avesse avuto luogo, cosa sarebbe restato nelle mani dei linciatori se non brandelli insanguinati dei presunti colpevoli, trasformando questi in ulteriori vittime? L'euforia, l'effetto dionisiaco della vendetta tremenda che avrebbe calmato la folla non sarebbe durato che un istante, senza portare nessuna riconciliazione, macchiando per sempre le mani di altri individui. Oramai il meccanismo vittimario è una macchina imballata che non riesce più a riportare giustizia, a portare la pace, la riconciliazione. Le Eumenidi sono la nostra necessità per sfuggire al caos dell'indifferenziazione violenta.
2 commenti:
Splendido post.
Grazie, Maestro.
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