«Un filisteo è una persona adulta i cui interessi sono di tipo materiale e scontato, e la cui mentalità è formata dalle idee correnti e dagli ideali convenzionali del proprio gruppo o della propria epoca. Ho detto "persona adulta" perché il bambino o l'adolescente che può sembrare un piccolo filisteo è solo un pappagallino che imita i comportamenti dei volgari incalliti, ed è più facile essere un pappagallo che un airone bianco [...]
Il filisteismo è internazionale. Lo troviamo in tutte le nazioni e in tutte le classi [...] Il filisteismo comporta non solo un insieme di idee correnti, ma anche l'uso di frasi fatte, luoghi comuni, banalità, espressi in parole sbiadite. Un vero filisteo non ha altro che queste idee triviali e da esse è totalmente composto [...]
Il filisteo nel suo appassionato desiderio di conformarsi, di inserirsi, di aderire è combattuto tra due aspirazioni: comportarsi come si comportano tutti, ammirare e usare questa o quella cosa perché è così che fanno milioni di persone [...]
Un filisteo non sa niente di arte, letteratura compresa, e non gliene importa niente - la sua natura è fondamentalmente antiartistica - ma cerca informazioni [soprattutto televisive]. Se è un filisteo maschio s'identificherà con l'affascinante dirigente o con qualunque altro pezzo grosso [...] se è un filisteo femmina - una filistea - s'identificherà con la segretaria biondo fragola, una snella ragazzina ma in fondo in fondo una madre, che sposerà quel buon ragazzo del principale [...]
Nel suo amore per l'utile, per i beni materiali, egli diventa facile vittima della pubblicità. Gli annunci pubblicitari possono essere bellissimi - alcuni sono molto artistici - non è questo il punto. Il punto è che tendono a rivolgersi alla fierezza del filisteo quando possiede cose [...] Il sontuoso filisteismo che emana dalla pubblicità non è dovuto al fatto che essa esageri (o inventi) la meraviglia di questo o quel prodotto di consumo, ma al suo suggerire che l'acme della felicità umana è acquistabile e che il suo acquisto nobilita in qualche modo l'acquirente».
Il filisteismo è internazionale. Lo troviamo in tutte le nazioni e in tutte le classi [...] Il filisteismo comporta non solo un insieme di idee correnti, ma anche l'uso di frasi fatte, luoghi comuni, banalità, espressi in parole sbiadite. Un vero filisteo non ha altro che queste idee triviali e da esse è totalmente composto [...]
Il filisteo nel suo appassionato desiderio di conformarsi, di inserirsi, di aderire è combattuto tra due aspirazioni: comportarsi come si comportano tutti, ammirare e usare questa o quella cosa perché è così che fanno milioni di persone [...]
Un filisteo non sa niente di arte, letteratura compresa, e non gliene importa niente - la sua natura è fondamentalmente antiartistica - ma cerca informazioni [soprattutto televisive]. Se è un filisteo maschio s'identificherà con l'affascinante dirigente o con qualunque altro pezzo grosso [...] se è un filisteo femmina - una filistea - s'identificherà con la segretaria biondo fragola, una snella ragazzina ma in fondo in fondo una madre, che sposerà quel buon ragazzo del principale [...]
Nel suo amore per l'utile, per i beni materiali, egli diventa facile vittima della pubblicità. Gli annunci pubblicitari possono essere bellissimi - alcuni sono molto artistici - non è questo il punto. Il punto è che tendono a rivolgersi alla fierezza del filisteo quando possiede cose [...] Il sontuoso filisteismo che emana dalla pubblicità non è dovuto al fatto che essa esageri (o inventi) la meraviglia di questo o quel prodotto di consumo, ma al suo suggerire che l'acme della felicità umana è acquistabile e che il suo acquisto nobilita in qualche modo l'acquirente».
Vladimir Nabokov, Lezioni di letteratura russa, Garzanti, Milano 1994.
Il guaio non è tanto che tutti, più o meno, talvolta ci comportiamo da filistei. No, il dramma, soprattutto italico, è il filisteismo totale, onnicomprensivo e onnipervasivo, che consente al sommo Imbonitore di far credere che Cristo l'è morto da i' sonno.
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