mercoledì 6 maggio 2009

Fumo & fumetti

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Su Repubblica di oggi, Federico Rampini ci informa che in Cina (precisamente nella contea di Gongan) i dirigenti del Partito hanno imposto l'obbligo di fumare «per motivi patriottici e per il bene pubblico. La circolare diramata dalle autorità locali è tassativa: sono tenuti a fumare tutti i dipendenti pubblici, insegnanti inclusi [...] “È un sostegno alla ripresa, è un aiuto all´economia locale, ed è una bella iniezione di gettito per le finanze pubbliche”. Gongan è nella provincia centrale dello Hubei, il cuore della Repubblica Popolare, e va orgogliosa della sua produzione di tabacco».

Questo fatto di cronaca mi riporta in mente un vecchio fumetto, mi pare pubblicato da Lanciostory tanti anni fa, di cui non ricordo (purtroppo) né il titolo né gli autori. In tale fumetto si raccontava una storia ambientata in una società tipo quella americana in cui tutti fumavano, dai piccoli ai grandi. Non v'era obbligatorietà a fumare, tuttavia farlo era caldamente consigliato e suggerito da tutti: dallo Stato, dalla Chiesa, dai media, dalla famiglia, dai medici, dagli insegnanti eccetera eccetera. Ciò nonostante, un uomo ricco e affermato, per ragioni che ora mi sfuggono, decide di smettere di fumare e questo, all'inizio, lo fa sentire in piena forma. Col tempo, però, tale evento gli provoca una serie di guai in famiglia, con gli amici, al lavoro: tutti cominciano a guardarlo con sospetto, a isolarlo, a temerlo, a non considerarlo. La storia si conclude con questo tizio che, pieno di dubbi e incertezze, si reca su una spiaggia sconsolato: da un lato smettere di fumare lo ha fatto star meglio fisicamente e psicologicamente, dall'altro invece smettere lo ha condotto alla solitudine e all'emarginazione sociale. Ecco che, mentre sta riflettendo, si notano degli agenti dei servizi segreti che lo sorvegliano con un binocolo; uno di questi impugna un fucile di precisione ed è pronto a sparare, quando l'uomo estrae dal taschino una sigaretta e se l'accende: l'individuo è salvo, la società sicura.

Questa la storia. E provassimo a cambiare oggetto del contendere? Detto altrimenti: nella nostra attuale società occidentale, quale potrebbe essere "la sigaretta" che provocherebbe una simile reazione del potere nei confronti dell'individuo? Quale gesto anarchico, folle, realmente rivoluzionario, anche se inconscio, potrebbe dare un fastidio tale al potere costituito? Premere il pulsante rosso sul telecomando?

Troppe domande, è meglio che esca a fumare mezza A.S. gialla.

1 commento:

Weissbach ha detto...

Premere il pulsante rosso?
L'ho già fatt... aagh!
(ma il canone lo devo pagare ugualmente)