In un servizio a pagina due del quotidiano di via Solferino di oggi v'è un'intervista al direttore dell'Osservatore Romano Gian Maria Vian chiamato in causa per rispondere alla provocazione lanciata dal leader leghista che, ieri, ha detto a chiare lettere al Vaticano di accogliere loro per primi gli immigrati irregolari che arrivano in Italia. Il titolo è di tal intervista è: «Aprire le porte? Il Vaticano è uno Stato piccolo». Leggiamo un passo:
All'inizio il direttore dell'Osservatore Romano, Gian Maria Vian, parla di semplice battuta: «Non mi sembra il caso di rispondere a un ministro della Repubblica italiana che invita il Vaticano ad aprire le porte ai clandestini per dare il "buon esempio". Tutti sanno bene che il Vaticano è uno Stato minuscolo». Anche se avanza risposte «per assurdo» alla provocazione di Umberto Bossi: «Si potrebbe pensare per assurdo al piccolo ed antichissimo collegio etiopico. Può ospitare al massimo una ventina di sacerdoti fra etiopi ed eritrei.
Ora, leggendo tali parole, anche oggi mi tocca dare ragione a Bossi, sia per le ragioni esposte qui (al punto 2), sia perché è chiaro che non tanto al perimetro dello Stato Vaticano la bestia si riferisse, ma alla copiosa quantità di conventi, refettori, fraternità, comunità, arcivescovadi, seminari, ostelli, colonie, case vacanza e altri siti religiosi di cui l'Italia è piena. Hai voglia a ospitare e a praticare in concreto una preziosa carità alla Fra Cristoforo contro questi Bravi governanti: basta volerlo, basta dare l'esempio.
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