venerdì 13 novembre 2009
Battaglia a campo chiuso
«Una nuova tecnologia non aggiunge e non sottrae nulla: cambia tutto. Nell'anno 1500, cinquant'anni dopo l'invenzione della stampa, la vecchia Europa non era la stessa con in più la stampa: era una Europa diversa. Dopo la televisione gli Stati Uniti non furono più l'America con in più la televisione: la televisione dette nuovi connotati a ogni campagna politica, a ogni casa, scuola, chiesa, industria. Per questo la lotta fra i media è così feroce. Ogni tecnologia è circondata da istituzioni la cui organizzazione - per non dire la loro ragion d'essere - riflette la visione del mondo sostenuta da quella tecnologia. Per questo, quando una vecchia tecnologia subisce l'attacco di una nuova, le istituzioni sono minacciate; e quando le istituzioni sono minacciate una cultura entra in crisi».
Neil Postman, Technopoly, Bollati Boringhieri, Torino 1993 (pag. 24)
Quante generazioni passeranno affinché la cultura televisiva (soprattutto quella italiana) entri in crisi? Quesito scaturito dopo la lettura degli ultimi post di Mantellini (1, 2, 3).
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