sabato 24 aprile 2010

Sessantacinque anni fa

Tra circa mezz'ora è il 25 aprile 2010. Sessantacinque anni fa mio padre era a Berlino. Era uno dei tanti deportati italiani (non ebrei) nei campi di lavoro nazisti (era uno “schiavo” della Siemens, ma non costruivano elettrodomestici o telefonini). Aveva diciassette anni. Assisteva in diretta alla presa di Berlino da parte degli alleati e alla sconfitta del Terzo Reich. Dei suoi racconti di quei mesi, 18 mesi, di prigionia quel che più m'impressionava, da bambino, era il ricordo di quei giorni terribili, ma insieme fantastici, di bombardamenti continui, incessanti, come fossero interminabili fuochi d'artificio.
Se sono qui è perché lui sopravvisse.

P.S.
Porca puttana, davanti a me sulla scrivania c'è un telefono della Siemens: quasi quasi domattina lo fucilo.

1 commento:

Gians ha detto...

Per il telefono di suggerisco il microonde la fucilazione lo farà soffrire minimamente. Buona liberazione. ;)