domenica 28 luglio 2013

Scambismo commerciale

Giorgio Barba Navaretti, professore ordinario di Economia Politica all'Università degli Studi di Milano, si felicita, oggi, sulle pagine de Il Sole 24 ore, che «la guerra commerciale tra Europa e Cina non ci sarà». 
Il casus belli sarebbe stato provocato dall'Unione Europea che voleva imporre severi dazi all'importazione di pannelli solari made in Cina, in quanto i produttori cinesi erano (sono) accusati di dumping (ossia di vendere in Europa i pannelli a un costo inferiore a quello praticato in casa propria).
Lascio da parte la considerazione che a far la voce grossa contro la Cina sia stata in primis la Germania, perché (presumo) primo produttore europeo di pannelli e che, allo stesso tempo, contro tale voce grossa tedesca, vi siano lamentazioni da parte di alcuni operatori del settore (rivenditori, installatori) i quali, grazie a pannelli cinesi, sono riusciti a guadagnare dei bei soldini. L'accordo comunque è stato trovato su questo principio: «i pannelli esportati da Pechino avranno un prezzo minimo e uno massimo».
I viticoltori francesi, italiani e spagnoli esultano (la Cina minacciava ritorsioni all'importazione di vini europei se i dazi contro il pannelli solari fossero stati approvati). I mastribirrai tedeschi meno, tranne quelli della Volkswagen, Mercedes e Bmw.
Ciò detto (ciao Di Pietro, hai mietuto il grano?), ritorno all'articolo del summenzionato professore, per estrarre quanto segue:
«Sia in Cina che in Europa, le esportazioni sono un motore essenziale per la crescita e le importazioni permettono ai consumatori di accedere ad un'ampia varietà di prodotti meno costosi».
Aldilà della questione specifica pannelli solari cinesi-vs-vino europeo, e aldiqua della pacifica evidenza che «le esportazioni sono un motore essenziale per la crescita», confrontando un consumatore medio europeo e uno cinese, mi domando: se è vero, com'è vero, che un consumatore europeo ha accesso a «un'ampia varietà di prodotti meno costosi» made in Cina (lasciamo perdere se di buona o cattiva qualità),  è altrettanto vero che un consumatore cinese ha accesso alla stessa «ampia varità di prodotto di meno costosi» prodotti in Europa? Dubito, fortemente dubito.
Per capirsi: voglio vedere quanti calzini-pedalini da 2€/3paia fatti in Italia sono venduti ai mercati di Canton. Presumo, insomma, che i consumatori medi cinesi comprino quasi esclusivamente prodotti made in Cina. I soli consumatori cinesi che cercano, comprano e consumano prodotti europei di fascia alta sono la classe dei più abbienti (e in Cina, è appurato, c'è una quantità di miliardari pari a tutto il popolo italiano messo insieme).
E dunque, quasi giustamente: il Tavernello (o il merlot o barbera Zonin), in Cina col cazzo che te lo comprano: vogliono il Brunello, l'Amarone, il Barolo, eccetera. Manco la soddisfazione di rovinargli il fegato a ’sti fetenti cogli occhi a mandorla.

5 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

le cose non sembrano così pacifiche come le proseptta il sole 24ore:
http://www.nytimes.com/2013/07/28/business/global/european-union-and-china-settle-solar-panel-fight.html?ref=global-home&_r=1&

Maucia ha detto...

Sono tanti e non vivono in un regime democratico, ci metteranno perciò un bel po' di tempo, ma quando il lavoro perderà quelle caratteristiche che lo rendono simile alla schiavitù, anche il popolo, avendo un reddito più alto, potrà acquistare prodotti più cari.
L'Europa si aspetta questo, credo.

Luca Massaro ha detto...

Grazie della preziosa segnalazione: 21 miliardi di € di pannelli solari esportati nel 2011. I cinesi ci vendono anche il sole.

Luca Massaro ha detto...

@ Maucia
L'Europa dei popoli se lo aspetta, forse. Il guaio è che l'Europa che comanda (quella dei capitali) se ne frega d'aspettare e da decenni intrattiene allegramente rapporti commerciali con un regime dittatoriale tenacemente nazionalista.
Infine un timore: l'andazzo più probabile è che il popolo europeo vedrà diminuito il proprio reddito, piuttosto che veder aumento quello del popolo cinese. L

Luca Massaro ha detto...

@ Maucia
mi scuso per il refuso "aumento" in luogo di "aumentato". ;-)