martedì 14 dicembre 2010

Boogie

Lui è vivo, io sono morto, dipende. Avrei voluto lui morto e io non so come, dato che non so bene cosa sono, dato che mi perdo pensandolo, ma non tanto pensando lui, ma la sua corte, vastissima, di fedeli che lo ammansiscono, accudiscono, curano, proteggono, controllano, profumano... Un profumo di imbalsamazione.
È forte, lo ammetto, ma la sua forza puzza di morte più che l'impotenza di uno ch'era vivo, la cui unica azione quotidiana era darsi un paio di schiaffi, al mattino, davanti allo specchio, subito dopo il caffè.
Il vivo-morto che esulta e incassa fiducia dai sunnominati, stasera boccheggia. Un nuovo cassiere sostituisce il primo; questo qui ha gli occhi da lupo e mastica caramelle alascane: deve avere l'alito pesante, e deve dare baci leggeri, per ringraziare, ripromettere, confermare.
Ma le azioni volano a Piazza Affari, era logico, è ora di incassare i dividendi.

1 commento:

Baule ha detto...

canzone stupenda