Dammi un sandwich e un po' d'indecenza
Io sono magro, lo sono sempre stato, sempre, non è una novità per me. Inutile vengano a dirmi, «Come sei magro»: lo so.
Sono alto un metro e ottanta e, attualmente, peso sessantadue chili. Vorrei aumentare, non ci riesco, ma non per questo mi stresso.
C'è stato un periodo che sono stato 68, ma, successivamente, nel giro di pochi anni, da 68 sono piombato a 54. Il vegetarianesimo, la macrobiotica (apporto proteico alimentare ridotto all'osso), e una vita non certo sedentaria (facevo il corriere espresso: 10/12 ore al dì), furono la causa.
Con fatica, e il ritorno a una dieta onnivora, sono risalito. Da un paio d'anni, poi, ho preso ad andare in palestra, attrezzi, con regolarità. Più che altro come fatto mentale, per sentirmi in pace con la coscienza. Non prendo integratori, tipo quei papponi proteici che mi mettono in subbuglio l'intestino e in catastrofe il palato, o altra roba anche pesante, perché mi frega un cazzo, sto bene così.
Sono magro ma, dopo anni, rimetto i pantaloni corti, prendo il sole quando mi va e dove capita, e spogliarmi alla bisogna non è più un'ubbia, anzi: sono magro, ok, ma - scusate l'endorsement - non mi trovo malaccio, anzi (oh, yeah).
Come saprete, come capita, quando uno esce un po' dai parametri della normalità, sia alto, basso, secco, grasso, gobbo, rosso malpelo, biondissimo, moro, peloso, glabro, eccetera, c'è sempre qualche cretinetto o, diciamo, dispettoso, che te lo fa notare, come se i magri, i grassi, eccetera, non avessero specchi e quindi occhi (interiori e non) per sapere come essi sono. E nascono i complessi. Ok, anch'io me li sono fatti, ho perso un po' di mare per questo (anche perché non abito vicino al mare e dicevo che non mi piaceva il mare, che coglione), un po' di bagni, ma vabbè, nonostante tutto, ho ripreso con gli interessi il piacere di star bene con se stessi (rima baciata, ma non pratico autofellatio).
Tutto questo, in premessa, perché volevo dirvi che mi sono piaciuto, ieri, ai margini di una riunione collegiale, quando, a una collega che ogni volta che mi vede - per fortuna raramente - mi dice «Luca, quando l'ho lo metti su qualche chilo?», ho risposto:
«Quando ti fai rifare le tette, così dopo ti domando se te le posso toccare».
«How do you want me, what do you give me,
where do you drag me?»