«Se fossimo decaduti da un'innocenza
completa, totale, insomma vera,
la rimpiangeremmo con una tale veemenza che nulla potrebbe avere la
meglio sul nostro desiderio di recuperarla; ma il veleno era già in
noi all'inizio, un male ancora indistinto che si sarebbe poi definito
impadronendosi di noi e ci avrebbe segnati, caratterizzati per
sempre.»
E. M. Cioran, La chute dans le
temps, Gallimard, Paris 1964,
ed. it. La caduta nel tempo,
Adelphi, Milano 1995 (traduzione di Tea Turolla)
Oggi pomeriggio ho telefonato a una mia amica. Quando le telefono lei sa benissimo perché le telefono. Pochi convenevoli, va dritta al punto.
- Allora, come vanno le cose?
- Male, c'ho il veleno in circolo.
- Desideri troppo, come sempre. Il desiderio va somministrato a piccole dosi.
- Eppure avevo imparato, mi sembrava di sapermi regolare.
- Non si è mai abbastanza prudenti.
- E ora che faccio? Hai un antidoto, tesoro?
- No, lo sai benissimo che non esistono antidoti. L'unica soluzione è il tempo. E i chilometri.
- Dio, sei una fissata della relatività.
- Sì, essere relativi è l'unico metodo per sconfiggere la malattia degli assoluti.
- Sei fantastica, lo sapevi?
- Sì, lo sapevo.
- Vorrei abbracciarti.
- Lo stai facendo. Alla prossima.
4 commenti:
Maledetto senso pratico delle donne, sempre così apodittico. Dicono sia per il mantenimento della stirpe.
Lettura consigliata: L'infinito nel palmo della mano, di Gioconda Belli.
Buona giornata.
ma nessuno che pensi alla battuta "il melo di adamo, le pere di eva"?
@ Melusina.
Grazie del consiglio. Ho visto che è disponibile anche per Kindle, quindi... :-)
@ Alex
Secondo me Adamo morse quelle.
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