sabato 11 aprile 2009

Buona Pasqua

A René Girard, a Silvio Morigi

Se esiste una verità cristiana, questa è la verità della vittima. Verità di portata universale inchiodata una volta per sempre nella croce. Verità che svela le cose nascoste sin dalla fondazione del mondo. Perché gli uomini non hanno saputo e non sanno ancora riconciliarsi se non a scapito di una vittima, di un capro espiatorio. Verità difficile da portare sulle spalle, difficile altresì da comunicare. Ci si accorge di essa per intero solo quando si diviene o consapevoli persecutori o vittime. Ossia: o Grandi Inquisitori (le Gerarchie i Poteri forti - Caifa per intenderci) o poveri cristi silenziosi, inermi. Il resto è pubblico che sbraita, moltitudine che grida, massa che segue il fiume della persecuzione che porta, inevitabilmente, al bagno di sangue, alla carneficina.
La verità cristiana è la verità dell'individuo, della sua solitudine di fronte alla folla. Al di là di quello che Gesù possa esser davvero stato, è innegabile che la sua vita, le sue opere e parole e, soprattutto, la sua morte rappresentino una chiave di volta nella storia dell'umanità. Da quel momento in poi, gradualmente, senza interventi magici, la verità della vittima è emersa nel mondo - con fatica, stupore e anche dispetto, soprattutto in chi voleva incatenare tale verità sotto una squallida dottrina di potere. Cristo non è di nessuna di Chiesa. Cristo è il figlio dell'uomo, è il figlio dell'impotenza, della sconfitta, della derisione di ogni potere persecutorio e carnefice, è lo sguardo dell'altrove e della consolazione.

Questo è quello che penso: che l'amore è solo una carezza, solo una mano di donna che si posa sopra la fronte addolorata. E la mia massima ambizione è saper scrivere come Gesù sulla sabbia, con la minima speranza far evitare a ogni puttana la lapidazione. Buona Pasqua.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Però.