domenica 5 aprile 2009

D'un fiato



Il cappuccino o altra simile bevanda,
bumba non ghiotta, ma bevanda.
Occupi tutta l'area il campo
dell'apparato egoico minacciato!
Lavarlo quetarlo nel cappuccino
o limonè: abboccato buono!
Sorbire lenti, il vacuo
se ne avvantaggia, la nessuna
sostanza, il nessun sostrato;
lo spiegherà tutto d'un fiato
miss psicotricot psicorammendo,
l'offre in grosse partite il mercato,
sbroglia dai soriti del tremendo. E intanto
piante e sole e primavera attaccano,
attivissime in amori acupunture
vita-mors mors-vita, varietà
di sistemi echi premi. Primavera
in cui ben sai ben sai
la privata iniziativa più che mai
inizia, è privata, sé con sé
punge, è in amore è un amore, mellita.
«Sii dunque un mellito te stesso; godi del cappuccino;
iniziativo, inìziati» così
la fräulein si vocalizza usignuolizza in inviti
(e lui Leary Burroughs e Michaux
nel fossato butta via butta giù
barbume barbume che non ci sta più;
ritto impettito egli s'accinge a be'
bumba bon-abboccato sotto il sole che
monda e inonda. Ed egli farà
anzi sarà: domani: sarà-domani il che in cui
s'industria s'appunta
s'affissa si ficca farà
carriera. Anzi lo è.)
MISS - «Né sciarade né gabbiose formule di struttura:
salite salite- scendete scendete
salatevi insalubritevi inzuccheritevi
un poco qui con me?»
----- «Garson, un cappuccino, silvuplè»

Andrea Zanzotto, Pasque

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