«Fantasticavo or ora, come faccio spesso, su quanto la ragione umana sia uno strumento libero e vago. Vedo di solito che gli uomini, nei fatti che vengono loro presentati, si divertono piuttosto a cercarne la ragione che a cercarne la verità: lasciano da parte le cose, e si divertono a trattare la cause. Ameni causidici! La conoscenza delle cause appartiene solo a colui che soprintende alle cose, non a noi che vi soggiaciamo soltanto, e che ne abbiamo l'uso perfetto e completo, per la nostra natura, senza tuttavia penetrarne l'origine e l'essenza. E il vino non è più gradito a chi ne conosce le caratteristiche originarie. Al contrario; e il corpo e l'anima infrangono e alterano il diritto che hanno all'esperienza del mondo mescolandovi la pretesa della scienza. Il determinare e il sapere, come il dare, appartengono al dominio e alla sovranità; all'inferiorità, alla soggezione al noviziato appartiene il godere, l'accettare».
Michel de Montaigne, Saggi, Adelphi, Milano 1966 (ed. 1992 mia, pag. 1370)
Godiamo, o popolo, di questi pochi spiccioli che il potere generoso ci lancia ai nostri piedi. «Parlo della caritas (charitas, secondo altri), e della caritas che ci viene offerta impacchettata in veritate».
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