martedì 29 settembre 2009

Autoanalisi pubblica

Mi chiedo se io, quando sono cosciente, «faccio ciò che dev'essere fatto», scrivo ciò che dev'essere scritto. Ovvero, se pratico una sorta di autocensura nella stesura o di scarni taccuini o di questo stesso “diario”. Ovvero ancora se in me agisce, a livello di coscienza immediata, il meccanismo di rifiuto, di vergogna, di paura che m'impedisce di essere sincero. Mi chiedo questo soprattutto perché avverto l'esigenza di potermi addormentare tranquillo, senza il peso di pensieri tormentati. Scrivo questo perché provo a praticare una sorta di autoanalisi pubblica. Ognuno è quello che è ma è comunque un uomo (una donna). Soprattutto nei suoi errori, nei suoi fallimenti, nelle sue debolezze...

3 commenti:

Devarim ha detto...

Quello che scrivi è inevitabile che accada,soprattutto non devi farne del moralismo.

Luca Massaro ha detto...

Automoralismo.
Grazie, Dev
:-)

amatamari© ha detto...

Autoanalisi. Posso essere nel contempo soggetto ed oggetto? A mio parere sì ma fino ad un dato punto. Per poter proseguire a certe profondità forse è meglio il confronto con un'altra mente.
Che non ti garantisce sonni tranquilli.
:-)