Sera di poesia: ho preso
Zanzotto e l'ho strattonato, tirato per la giacchetta, previo averlo
fatto uscire dal cofanetto meridianeo e averlo agitato, sfogliato,
previsto, imprecisato punto dove ho scelto un qualcosa che fosse
trattenimento/godimento di La Beltà.
XV
Dietro
barriere di luci protente spinose
è
in allarme la base. Alzo zero.
Da
qui attrezzate zone.
No
miseria inedia frustrazione;
allevamenti
immediatamente,
batterie
di vitelli, polli, carname antifame.
Formiche
mosche vespe
bruchi
cantaridi d'allevamento,
umori
del verde essiccati e macinati, mandragole,
noi
disposti all'imprinting di più savie regole,
e
poi per tutti i cosmi il sostegno commestibile
e
il dolcissimo struggimento.
Formiche
studiano Pavan
api
Von Frisch, vespe Leo Pardi,
ogni
vivente il suo testo, per meglio farsi cibarie
stimolo
corpo desiderabile
mangianza
e godenza e anche più in là.
[...]
Qual
è il mio testo per farmi meglio cibaria stimolo corpo
desiderabile mangianza godenza e anche più in là? Il mio testo.
Vale a dire: io scrivo per rendermi commestibile perché, mangiando
le mie parole, si possa assumermi, come una vitamina, una proteina, un
sale minerale. Faccio bene? Dipende dalla posologia. Ci sono dottori
che mi prescrivono in dosi omeopatiche, altri invece in dosi da
ciclista che aspira a vincere il Tour. Per questo, attenzione
all'antidoping, oppure all'effetto placebo. Io, fosse per me, mi
basterebbe di funzionare, di essere un farmaco intelligente che
colpisce i punti giusti senza causare troppi effetti collaterali. Come adesso, appunto, che mi è venuto sonno e non riesco più neanche a riporre Zanzotto (e me) dentro la custodia.
P.S.
Oltre alla testa, a definire la nostra identità c'è anche il testo.
P.S.
Oltre alla testa, a definire la nostra identità c'è anche il testo.
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