giovedì 11 dicembre 2014

Sancta simplicitas

«Quando vide la vecchierella trasportare a fatica fino al rogo il suo fascio di legna, [Jan] Hus esclamò: “Sancta simplicitas”. Ma che cosa bisogna dire della ragione del suo sacrificio, la comunione sotto entrambe le specie? Ogni riflessione appare ingenua di fronte alla riflessione più alta, e nulla è semplice, perché tutto diventa semplice nella prospettiva sconsolata dell'oblio.»
T.H. Adorno, Minima moralia, (122.), Einaudi, Torino 1954

Sere fredde, brucio legna, le stufe hanno fame. Sovente m'incanto a guardare l'accartocciarsi veloce dei ramoscelli di abete, il crepitio del pioppo e dell'ontano, il luccichio del carpino, lo scoppiettare del castagno, il resistere incandescente del cerro. Chissà come sarebbero carne e ossa del mio corpo là dentro, a consumarsi, diventare cenere.
Ma non ho freddo sino a questo punto.

No, niente meditazioni sulla cremazione, la crema dei popoli.

Ancora giorni davanti per specchiarsi e ricordarsi. In vita. E poi toccarsi, essere toccati, riscaldati «perché tutto diventa semplice nella prospettiva sconsolata dell'oblio».

2 commenti:

Sabrina ha detto...

sei un conoscitore di alberi e proprietà dei rispettivi legni.

Marino Voglio ha detto...

sconsolato ce sarai.

io faccio melina da quel dì, indipendentemente dalle ore o dagli anni che mancano al triplice fischio...