domenica 12 luglio 2015

Un'aria diversa da quella

« Mi si ordinò di entrare nella casa di un contadino. Lentamente, dondolando il capo, riassettandomi le bretelle, mi misi in cammino sotto lo sguardo tagliente di quei signori. Avevo ancora la fiducia che una mia parola sarebbe bastata a liberarmi, io, il cittadino, a trarmi da quella folla di contadini, e anzi con onore. Ma quando ebbi oltrepassato la soglia della stanza, il giudice, che mi era balzato innanzi e già mi aspettava, disse: «Costui fa pena». Era evidente che egli non alludeva alla mia condizione presente, ma a quel che accadrebbe di me. La camera somigliava più a una cella carceraria che alla stanza di una casa rustica. Grandi pietre disquadrate, pareti scure e nude, in un punto un anello di ferro ribadito al muro, in mezzo qualcosa che stava tra la branda e il letto operatorio.
Saprei ancora respirare un'aria diversa da quella delle carceri? Ecco il gran quesito, o meglio ecco quel che sarebbe il gran quesito se avessi ancora la speranza di venir rilasciato. »

Franz Kafka, “Il colpo contro il portone”, in Il messaggio dell'imperatore, Adelphi, Milano 1981, vol. 2.

Due pensieri a margine di un post di Olympe de Gouges: è difficile immaginare un mondo diverso perché, come sosteneva Günther Anders, esiste una discrepanza tra quello che l'uomo riesce a produrre e quello che è in grado di immaginare. In altri termini: se fosse fatto un buon uso delle immense possibilità della produzione, tutti al mondo al mondo potremmo vivere bene. Cosa vuol dire fare buon uso della produzione? Risolvere una volta per tutte la contraddizione fondamentale che è in nuce nel concetto di merce e cioè: nella società capitalistica si producono merci non tanto per soddisfare bisogni, quanto – ed è questo lo scopo primario – per valorizzare il capitale anticipato per la produzione della merce stessa. In poche parole: il fine della produzione è esterno alla merce, la merce è soltanto il mezzo per avere indietro più di quanto è stato investito. La merce è prodotta per valorizzare il capitale...

[continuo domani]

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