lunedì 24 maggio 2021

Per non soccombere alla follia oggettiva

La situazione politica, sociale, economica e culturale è tale che, per non lasciarsi prendere dallo scoramento, è necessario munirsi di microresistenze individuali, di allontanamenti, di distacchi, per riuscire a sopravvivere nella finzione di sentirsi liberi e indipendenti dalle forze dominanti, dalla burocratizzazione dell'assurdo, dalla sanitarizzazione del vivente, dalle facce di culo immutandate dei politici e dei giornalisti che declamano sui media vecchi e nuovi le loro gesta, la loro responsabilità, la loro tabella di marcia verso il marcio. Mi fanno tanto schifo, mi danno talmente uggia e fanno tanta rabbia che, anziché bestemmiare e sfanculare tutto il giorno per l'assurdità continua della situazione e di come essi ne approfittino per cercare legittimità e consenso, che - come sapete - corro.

Come scrive Adorno (Minima moralia, 128, secondo paragrafo) «[...] quando cominciai a riflettere, mi rese sempre felice la canzone che comincia con le parole "tra il mondo e la profonda, profonda valle": la storia delle due lepri che, mentre si sollazzano sull'erba, sono abbattute dal cacciatore, e, quando si rendono conto di essere ancora in vita, scappano via. Ma solo più tardi ho compreso il monito contenuto in quella storia: la ragione può resistere solo nella disperazione e nell'eccesso; occorre l'assurdo per non soccombere alla follia oggettiva. Bisognerebbe fare come le due lepri; quando cala il colpo, cadere follemente come morti, raccogliersi e riprendere coscienza, e, se si è ancora in grado di respirare, scappare a tutta forza. La forza dell'angoscia e della felicità sono la stessa cosa: la stessa apertura illimitata - intensificata fino al sacrificio di sé - all'esperienza, in cui il soccombente si ritrova. Che cosa sarebbe una felicità che non si commisurasse all'incommensurabile tristezza di ciò che è? Il corso del mondo è sconvolto. Chi vi si adatta con prudenza, si rende partecipe della follia, mentre solo l'eccentrico sarebbe in grado di resistere e di imporre un alt all'assurdo. Egli solo potrebbe capacitarsi dell'apparenza del male, dell'irrealtà della disperazione, e rendersi conto, non solo di vivere ancora, ma dell'esserci ancora vita. L'astuzia delle lepri impotenti riscatta - con le lepri - anche il cacciatore, a cui invola la sua colpa».

a duecento metri dall'arrivo della 24


2 commenti:

Marino Voglio ha detto...

pensavo che le mie scarpe fossero da (ehm). ma ora che vedo i tuoi occhiali...

Luca Massaro ha detto...

Marca Salice (ridente), made in italy