mercoledì 8 settembre 2021

Un velo triste

« Un velo triste ha coperto le cose e non è un'illusione dell'animo malinconico transitiva; c'è qualcosa che somiglia ad un calo d'irrorazione d'amore. Di tutto si parla in un altro modo e se non s'impara questo linguaggio la presa sul mondo diminuisce. Di che cosa (una finestra, un arco, una figura dipinta, una donna, un'idea...) si parla ancora mossi da attaccamento commosso, da passione di profondità, come si volesse accarezzarla pronunciandone il nome, perseguendone nel linguaggio il segreto della manifestazione? Mi sposto da un luogo a un luogo e mi si confonde e svapora la Geografia Emotiva: tra il luogo e il suo nome altro, che non conosco, che è oscurità, si frappone. Le cose non vogliono più essere amate e si coprono con la toga di Cesare, soltanto per ricevere ventitré miliardi di pugnalate convenute in quel punto per assassinarle. Credo non ne possano più, le cose, di essere studiate per qualche fine di utilità, scrutate e analizzate incessantemente da intelligentissimi cretini. La poesia, che era oscura, si è fatto più oscura: ha il timore che si capisca troppo che attraverso di lei qualcuno abbia amato, luoghi e nomi viventi si siano arroventati di passione... »

Guido Ceronetti, La pazienza dell'arrostito, Adelphi, Milano 1990, pag.134-135

Alcuni giorni fa, al cimitero, ho incontrato un mio caro amico di gioventù. Dopo alcune vaghe, banali considerazioni sul tempo che passa, sulla fugacità della vita, eccetera, il discorso è caduto (o volato) verso altre profondità (o cime), certamente più mondane, sicuramente più divertenti. Per esempio, che cosa potrebbe aiutare noi contemporanei per combattere contro il «calo d'irrorazione d'amore»? Il mio amico, tombeur de femmes, ha avuto la risposta pronta: 
«Cialis, anche meglio del viagra... Sì: tempo fa andai dal medico e gli dissi che volevo divertirmi e lui non esitò a prescrivermelo. Bisogna essere un po' allenati, consapevoli, però aiuta. Non che ne abbia bisogno: Egli si erge ancora; però, diciamo, rassicura».
Di seguito - anche se, forse, metà di quello che mi ha detto non è vero - ho ascoltato il racconto delle sue avventure, dettagliato nei minimi particolari, alla maniera di Opus Pistorum di Henry Miller. È stata una delle poche volte che sono uscito dal camposanto di buonumore.

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