giovedì 18 settembre 2014

Al punto limite delle parole

«Un pensiero vive veramente soltanto finché non è giunto al punto limite delle parole: ivi si pietrifica, è quindi morto, ma indistruttibile, simile agli animali e alle piante fossili dei tempi preistorici. La sua vera vita momentanea si può anche paragonare a quella del cristallo nell'attimo della cristallizzazione.
Appena, cioè, ha trovato parole, il nostro pensiero non è più intimo, né serio nel più profondo della sua essenza. Quando il pensiero comincia a esistere per gli altri, cessa di vivere in noi; come il bambino si stacca dalla madre quando inizia la propria esistenza. Anche il poeta, del resto, dice:
Non confondetemi col contraddire! Basta parlare, e si comincia a sbagliare”. (Goethe)».
Arthur Schopenhauer, Sul mestiere dello scrittore e sullo stile, Adelphi, Milano 1993.

Buonasera signor Arturo, credo che lei abbia torto: a mio avviso, infatti, quando un pensiero trova le parole trova se stesso. Esce da noi, il pensiero, è vero, è come un bambino che si stacca dalla madre e inizia la propria esistenza. Ma questo non significa che esso smetta di vivere per noi; il pensiero si manifesta non solo agli altri, ma altresì a colui che lo ha espresso. E, sovente, non c'è peggiore giudice di colui che ha formulato i suoi pensieri in forma di parola, volano spesso condanne a morte senza appello né domanda di grazia.
Quando un pensiero diventa parola, diventa un atto sociale, pensiero che va in cerca di una comunità che lo accoglie o lo respinge, lo diffonde o lo nasconde. Atti sociali, appunto, che eventualmente si pietrificheranno se troveranno, nel tempo, le condizioni giuste per essere diffusi in uno spazio che trascenda i limiti della contingenza. Il fatto è che il processo di fossilizzazione è un fenomeno lento, lentissimo, all'arbitrio del caso. Mentre i pensieri che restano in circolo e rimbalzano nella mente degli uomini, non è mai un caso se sono proprio quelli e non altri.
Ora mi fermo perché mi confondo e mi contraddico. Su calco del poeta, dico: basta parlare quando si comincia a sbadigliare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

adesso, il PSV mi scampi dal mettermi a discutere con... schopenhauer, tiè.

ma il punto è che per come la vedo io prima della parola il pensiero NEMMENO ESISTE.

Luca Massaro ha detto...

Eindhoven... ato.

Romeo ha detto...

"...basta parlare quando si comincia a sbadigliare." Giusto.
E' maleducato parlare quando parla un Altro.