domenica 26 luglio 2009

Il realismo narrativo

«Suvvia, signori miei, si può forse chiamare creazione artistica questo spiare dal buco della serratura la vita della gente insignificante? Perché, mi sembra assodato che gli uomini di rango superiore, ammesso che ancora ve ne siano, non permettono certo a sguardi indiscreti di violare la loro vita! E allora? Allora ve lo dico io cosa fa lo scrittore: si mette lui stesso al livello dei suoi grigi personaggi, ci beve insieme e gli dà del tu, per un'insana foia di autoumiliazione cui nessuno lo spinge. E questo sarebbe il realismo? Sarebbe questa la letteratura aperta ai valori sociali? Puah! Si fan vedere i difetti delle canaglie, si creano dei tipi positivi che puzzano di artificioso lontano un miglio, il tutto condito con un piatto ottimismo fondato sulla più completa cecità. Ecco le baggianate che vanno per la maggiore! Ma fatemi il piacere!...»

Stanislaw Ignacy Witkiewicz, Insaziabilità, Garzanti, Milano 1973 (pag. 24)

Ringrazio Malvino per avermi fatto conoscere questo autore che farà parte delle mie letture estive.

Se lo avessi scoperto prima questo brano sarebbe comparso di sicuro nel mio ultimo articolo su Giornalettismo

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