lunedì 3 agosto 2009

Letteratura e politica

a devarim: «marciare divisi per colpire uniti»

La letteratura serve per fare politica?

Altroché. Io direi: soltanto la letteratura può avere una funzione politica. Lo scrittore porta squilibri, questo è vero. Ma non dimentichiamo che il più perfetto e stabile degli equilibri è la morte. Vede bene che lo squilibrio è un fattore di vita. Anche se sarà vita dura.

Secondo lei esiste la fuga nel privato di cui tanto si parla come l'ultima versione del qualunquismo?

Io dico di no. Questa scoperta del privato mi sembra un'immagine pubblicitaria. Direi addirittura un invito: si vuole, si cerca di spingere la gente nel privato. Il privato come altro polo rispetto alla criminalità. L'unanimismo ci vorrebbe tutti concordi nel rinunciare al diritto di opposizione. La criminalizzazione serve per liquidare il reato del dissenso. La fuga nel privato serve per non vedere, per non sapere, non rifiutare. Questo gioco va spezzato prima che sia troppo tardi.

Leonardo Sciascia (La Repubblica, maggio 1929), La palma va al nord, Gammalibri, Milano 1982.

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