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giovedì 22 luglio 2010

Una bella intesa di reciprocità

a Luigi Castaldi

«In queste ultime settimane si è verificato un cambiamento. Ma dove? È un cambiamento astratto che posa sul nulla. Sono io che son cambiato? Se non sono io allora è questa camera, questa città, questa natura; bisogna scegliere.

«Sono io, credo, che son cambiato: è la soluzione più semplice. Ed anche la più spiacevole, ma infine debbo riconoscere che sono soggetto a queste trasformazioni improvvise. Gli è che io penso assai di rado; perciò si accumula in me una piccola folla di metamorfosi senza ch'io ci badi, poi un bel giorno avviene una vera rivoluzione».

Jean-Paul Sartre, La nausea, Einaudi, Torino 1947 (traduzione di Bruno Fonzi).

Il blogger è per natura un riformista dacché controlla, pressoché quotidianamente, le sue metamorfosi. Ne dà conto ai suoi ventuno lettori, siano esse provocate da vicende pubbliche o private. Il blogger è spaventato dalle rivoluzioni, anche da quelle liberali (anche di quest'ultime ha imparato da tempo a diffidare). Il blogger grida sì “io sono qui”, ma per ragioni fondamentalmente comunitarie. Non è un io spezzato, sradicato; il blogger è piantato bene a terra, ha radici che però non lo tengono fermo, si badi, ma che lo diffondono. Il vero blogger è un fuoriuscito dal sottosuolo (del tipo dostoevskiano o sartriano) perché non è, per definizione, un indifferente. Ovvero, il blogger “non se ne frega”, ha a cuore, ovvero ci tiene che il volto umano non troppo si decomponga e divenga una faccia di merda definitiva. Ambizione del blogger: avere un occhio sulla realtà come quello di Francis Bacon: segnalare sfaceli e metterci le mani; cercare carezze nel caos del mondo.

Mi viene in mente il professor Antonini, quando dice a Holden:

«[...] allora comincerai ad andare sempre più vicino, se sai volerlo e sai cercarlo e aspettarlo, a quel genere di conoscenza che sarà cara, molto cara al tuo cuore. Tra l'altro, scoprirai di non essere il primo che il comportamento degli uomini abbia sconcertato, impaurito e perfino nauseato. Non sei affatto solo a questo traguardo, e saperlo ti servirà d'incitamento e di stimolante. Molti, moltissimi uomini si sono sentiti moralmente e spiritualmente turbati come te adesso. Per fortuna, alcuni hanno messo nero su bianco quei loro turbamenti. Imparerai da loro... se vuoi. Proprio come un giorno, se tu avrai qualcosa da dare, altri impareranno da te. È una bella intesa di reciprocità. E non è istruzione. È storia. È poesia».

J.D. Salinger, Il giovane Holden, Einaudi, Torino 1961 (traduzione di Adriana Motti).

Ecco, cari miei, il fuoco della cosa: reciprocità.

Nel tuo occhio il mio volto, il tuo nel mio

si specchia e cuori semplici e fedeli

riposano nei nostri volti: dove

trovare due più limpidi emisferi

senza Nord affilato Ovest caduco?¹

¹Versi tratti da John Donne, Il buongiorno, traduzione di Cristina Campo.

P.S.

Se il blogger va in ferie lo dice a mezza voce perché i fantasmi del suo impegno non lo inseguano perfino là ove vuole riposo, lontananza, distacco dal continuo pungolo di cura del reale.