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lunedì 30 giugno 2014

L'identità dei semestri

«Ciò che accade nelle intenzioni categoriali è che le cose che percepiamo vengono elevate allo spazio delle ragioni, al dominio della logica, dell'argomentazione e del pensare categoriale. L'esperienza categoriale è il punto di passaggio che conduce dalla percezione all'intelligenza, dove entrano in gioco il linguaggio e la sintassi. Attraverso l'articolazione categoriale, le cose che percepiamo vengono recepite e ammesse nel campo del ragionare e del conversare. La semplice percezione è più di un processo fisiologico e psicologico, mentre la recezione categoriale è il primo passaggio alla logica. [Se ho parlato] dell'oggetto come identità entro una molteplicità di presentazioni, ho insistito sul fatto che l'identità stessa non si mostra mai come uno dei lati, degli aspetti e dei profili attraverso i quali essa è data. La sua identità appartiene ad un'altra dimensione. È questa identità, tuttavia, alla quale facciamo riferimento quando denominiamo l'oggetto e lo portiamo all'articolazione categoriale. Così il cubo che è percettivamente dato in e attraverso una molteplicità di lati, aspetti e profili, è l'identità cui ci riferiamo quando pronunciamo le parole “il cubo” e iniziamo a predicare le sue caratteristiche. L'identità del cubo è il ponte tra la percezione e il pensiero».
Robert Sokolowski, Introduzione alla fenomenologia, Cambridge University Press 2000, Edizioni Università della Santa Croce con Imprimatur del Vicariato di Roma 4 ottobre 2002 (traduzione di Paola Premoli De Marchi, pag. 116-117).

A parte che non ho capito granché, sto pezzo mi torna utile per ragionare brevemente, e nondimeno fenomenologicamente, sul semestre europeo a guida italiana, nello specifico a guida Renzi, perché egli ce lo fece subito un pensierino quando fu pungolato nel febbraio scorso di cambiare idea, defenestrare Letta e diventare presidente del consiglio.
Ora è pronto, è gonfio, oggi i notiziari dicono che sta limando il discorso, come Callimaco o Calimero non importa.
Io vorrei, fenomenologicamente vorrei, porre attenzione sul fatto che sei mesi fa, quando il semestre è toccato alla Grecia, esclusi i greci (forse) chi altri in Europa si è appassionato alla questione dell'onere e dell'onore del siffatto incarico?
A parte qualche salamelecco istituzionale e diplomatico, nella sostanza, in cosa la guida italiana sarà diversa dalle altre, intendendo con diverso qualcosa di qualitativamente e quantitativamente migliore in rapporto alle precedenti conduzioni semestrali?


Lo stabile Europa è quello di sempre e il cambio semestrale del capo-condomino non andrà certo a mutare le fondamenta dell'immobile e i rapporti di forza e di convivenza degli inquilini. I padroni del sistema Europa hanno interessi notoriamente diversi dai popoli d'Europa. E il malinteso democratico consiste proprio in questo: i politici, che in teoria dovrebbero essere servitori del popolo, servono in realtà altri padroni.

mercoledì 22 luglio 2009

«Non sono un santo, sono un unto»

«Quando giungiamo all'evidenza [o siamo costretti a giungervi], non siamo tutti uguali; dobbiamo essere preparati ad essa, e ancor prima di essere preparati, dobbiamo avere la innata rudimentale abilità di raggiungerla. Non siamo uguali quando si tratta di trarre fuori la verità delle cose»

Robert Sokolowski, Introduzione alla fenomenologia, Edizioni Università della Santa Croce, Roma 2002 (pag. 195)