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giovedì 21 dicembre 2017

Oh, Nespoli!

Dopoguerra subito, le superpotenze d'allora inscenarono una competizione - fruttuosa - per la conquista dello spazio da parte dell'umanità delle superpotenze.
Iniziarono i sovietici a mandare prima un cane poi un uomo. Poi gli statunitensi mandarono uomini e macchine sulla Luna. E Sojuz. E Shuttle. Poi l'URSS crollò e di superpotenza né resto una. L'America non poté più competere, "giocare" allo spazio con un concorrente, bensì da sola. Così, anche per esigenze di budget, la Nasa e altre le agenzie spaziali, l'Esa e quella Russa (più il Giappone e il Canada) iniziarono una collaborazione per la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Lo spazio, dunque, non è al momento un ring per dimostrare chi ce l'ha più grosso, il missile da mandare in orbita, ma è un luogo di studio, di ricerca condivisa. Lo testimoniano tutti gli astronauti che rientrano dal soggiorno nella Stazione Spaziale. Ultimo Paolo Nespoli che, a proposito delle future missioni spaziali, tra l'altro, ha dichiarato:
«Oramai i tempi sono maturi per fare questi passi. Ma dobbiamo imparare a farli come umanità, sganciandoci dalle nostre differenze nazionali. La ISS ci fa vedere che quando vogliamo riusciamo a lavorare tutti assieme nonostante le differenze».
 Orbene, se davvero l'ISS riesce a far "lavorare tutti assieme nonostante le differenze" per un obiettivo comune, umano, di conoscenza condivisa, non sarebbe auspicabile costruire una Stazione Terrestre Internazionale nella quale rinchiudere non gli astronauti, bensì i leader di turno delle principali nazioni, al fine di far capire che il concetto di nazione sta alla Terra, tanto quanto il calesse sta a una navicella spaziale?

sabato 15 gennaio 2011

Mediocraset

Se la somma degli sforzi compiuti per comprendere la mediocrità del fenomeno berlusconiano fossero destinati altrove, che ne so, alzando gli occhi al cielo per domandare, per esempio, all'unico italiano che può guardarci veramente dall'alto, se può aiutarci a dipanare la questione, che il mondo, e l'Italia in particolare, ha bisogno di respirare, di liberare le intelligenze dal giogo della meschinità e dello squallore, del mediocre allo stato puro. Perché Berlusconi e tutto ciò che gli ruota intorno è mediocre, e la mediocrità è la strada maestra dell'insignificanza. E il peggio è che a ragionare coi mediocri è come camminare con gli zoppi: s'impara a diventare stronzi.