lunedì 2 gennaio 2023

Pensiamoci

Avevo intenzione di non prestarvi attenzione, ma poi, sulla scorta di un post di Olympe de Gouges...

 «Il 2022 è stato l’anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti.»
Questo è uno stralcio di uno dei peggiori discorsi presidenziali di fine d'anno della storia repubblicana. Neanche dopo le dichiarazioni della Merkel e di Hollande, i quali hanno rivelato che gli accordi di Minsk erano solo un bluff e che servivano a prendere tempo per armare l'Ucraina in funzione anti-russa, Mattarella ha avuto un'esitazione a dire le cose sopradette... Anzi, più avanti fa di peggio:
«Di questi ulteriori gravi danni, la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi. Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili.»
E questo facendo finta di niente sulle aggressioni USA e NATO in: Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria... tutte aggressioni (tranne la Siria) che hanno avuto successo per cambiare regime e imporre il diktat a stelle e strisce...
La Russia non ha aggredito l'Ucraina. L'operazione militare (di guerra) nel peggiore dei casi ha una valenza imperiale analogamente a una di quelle scatenate dagli USA e NATO; nel migliore (ed è quello che penso) ha il pregio di difendere popolazioni russe del Donbass aggredite e bombardate dal governo azoviano e filoamericano d'Ucraina.

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

e che cosa ci aspettavamo dicesse il presidente di un paese che invia armi "difensive" all'ucraina (finora per 450 mil di euro) e ne vende a mezzo mondo, che per il 2023 stanzia quasi un miliardo in più per le spese militari (dai 25,7 miliardi del 2022 ai 26,5 miliardi del 2023)?

Altra voce fondamentale della spesa militare (da anni molto rilevante) sono i costi per le missioni militari all’estero, finanziate con fondi del Mef poi trasferiti alla Difesa. Nel 2023 saranno oltre 1,5 miliardi di euro (in crescita di 150 milioni rispetto all’anno precedente).

Quindi il programma pluriennale per l’acquisizione di 12 cacciamine prevede un costo stimato in 2,8 miliardi di euro. La Marina prevede anche l’acquisizione di 8 pattugliatori d’altura: durata complessiva del piano 14 anni (2022-2035), per un costo di 3,5 miliardi di euro. Per il carrarmato Ariete c’è un programma di 12 anni (2023-2035) da 848,8 milioni per 125 nuovi tank. Per i nuovi cannoni controaerei dell’Esercito infine un programma di 10 anni (2023-2032), da 456,3 milioni.

Luca Massaro ha detto...

Meno male sulla carta c'è scritto si ripudia...