In questa valle le luci
delle notti di mezz’estate
riportano in volo
il lume di cento e più occhi
che furono chiusi da occhi
accecati di sangue.
Se guardo giù in basso
al Mulino di Bucchio
lo vedo ancora quel sangue
che scorre e che scende
nel risucchio dei gorghi
dell’Arno nascente.
Mia mamma me lo diceva sempre:
– Ragazzo, in questi borghi
tranquilli dove dormono rondini
in pace nei loro nidi protetti
sotto i portici di ogni paese,
un tempo c’era quello che vedi
lontano lontano nei telegiornali:
gli spari, le bombe, i criminali
che chiamano pace la guerra,
che chiedono armi invece di pane
e tutta la fila di figli di puttane
assetati di soldi e potere,
camicie verdi, brune o nere...
– Oh, mamma, mamma se ti dicessi
che adesso sono tornati, vicino
vicino, coi loro occhi di vetro,
a fiatarci sul collo in mimetica
persino dentro San Pietro
col Papa che guarda nel vuoto
e con la Pietà che si scioglie
in un pianto nuovo?
– Ragazzo, tu guarda le luci
che punteggiano il manto
delle notti di mezz’estate;
apri la mente ed il cuore
e sillaba il nome di cento e più occhi
che saranno aperti da occhi
illuminati di Luce.
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Su Vallucciole, consiglio la lettura di Luca Grisolini, Vallucciole, 13 aprile 1944