Non so se saranno un milione,
o forse più, i chilometri che sui
tuoi asfalti raramente rinnovati
ho percorso, Consuma,
strada che illumina e rinnova
ogni volta il senso del viaggio
e cambia i colori e le prospettive
al mutare delle stagioni e porta
il cuore verde del Casentino
a riaffacciarsi in un Arno
diventato grande e profondo
perché l'Arcangelo si tuffi e dia
all'Italia la parola che la incarna.
Al valico, in una giornata di vento fresco,
mi fermo e guardo il valzer delle nuvole
che danno alla tela dell'azzurro
ancora più luce; e, nei campi verdeggianti,
alcune mucche che alpeggiano placide
tra le erbe profumate e fresche
che gli spiriti dell'aria dissetano
a ogni alba. Quassù non c'è il lievito
dei farisei: non c'è nulla di nascosto,
niente di segreto, ovunque guardi,
vedi che tutto è stato rivelato, eppure
la strada non è dritta e sale e scende
mentre intorno tutto chiama a fermarsi,
riposare, lasciare che il sogno
cominci per essere ricordato.
E qui è il posto giusto per ricordare
ossia per accordare il cuore con la mente,
mettersi in religioso ascolto
di noi stessi: perché noi stessi siamo dèi
come ci disse Colui che divino è veramente.