Si dimenticò come si fa, così arrivò in orario, spaccando il minuto, purtroppo secondo, tuttavia nessuno poteva fargli un appunto. Grattò. Si sconfisse, però la prese bene, la soffitta, con l'equo canone. Si stabilì salendo graditi gradini. Ebbe l'impressione, come un sudario. Si annusò le ascelle e sentì l'urgenza. Finalmente. Bevve, ma sapeva di cloro, sicché si dissestò. Gli venne appetito senza sapere. Beata ignoranza, la fame. Giunse a un punto di congiuntura. Si sprecò, nonostante il divieto di scarico. Fu parziale e decise di darsi una regola. Soccorse, gli venne il fiatone dopo centopassi in libera terra. Qualcuno pensò fosse colluso, ma l'unica cosa lisa in addebito era una maglietta bianca di cotone, elasticizzata, che a forza di lavaggi si era un po' deformata e consumata ai bordi, tanto che una madre gliel'avrebbe tolta dal guardaroba per farne straccio pulivetri. Capì la moda: tutti gli stilisti moderni soffrono del complesso del Ditale nel Dito Medio. Ricordò: se lo metteva anche lui quando madre, nonna e zia cucivano bottoni o facevano orli. Era dorato, consunto, come le forbicine con le quali imparò a tagliarsi le unghie dei piedi. Non era la sua indole, quindi non represse nulla: tredicenne, gli bastò la lingua in bocca di una coetanea in una cabina telefonica per avere un venimento tra mani inconsapevoli che arrivasse a tanto in così poco tempo. Telefonò al 161 per farsi dire l'ora esatta. Lei convenne: era di Milano e forse per questo, sentita l'ora, reputò non fosse ancora tardi per sparire. Lui se ne accorse, ma non le corse davanti implorando perdono per essere traboccato fuori dal caso. Fu un'opportunità per entrambi per decrescere, per imparare ad amare senza bisogno di anagrafi al portatore. L'indomani tacque. Non seppe esistere. Visse ignorando per alcune settimane finché non gli pignorarono la credenza di sua madre, atea indefessa. Si confessò con una paziente in sala d'attesa dal dottore, una donna vissuta ai tempi in cui si facevano le fiche. Le disse di essere a disagio perché non sapeva esprimere il desiderio in modo chiaro e tondo, bensì in maniera scura e quadrata. Lei gli spiegò che era un buon sintomo, ché i desideri propri sono tutti desideri camuffati di altri e che vederli in tal guisa avrebbe potuto essere un'avvisaglia. Per far fronte. Per far mente locale. Per aprirsi senza bussare. Chi è? Antonio Porta:
« mettersi al collo una collana di campanellini
così diventare invisibili
camminare per la città
poi sopra un prato deserto in silenzio assoluto
a quaranta gradi sotto zero ecco il vento che suona
e tra gli alberi ricoperti di ghiaccio ronzanti
il gruppo degli eroi nudi
distesi a fucilate, privati del sangue¹ »
_______
¹ Antonio Porta, Passi passaggi, in Tutte le poesie, Garzanti.
Nessun commento:
Posta un commento