giovedì 3 dicembre 2020

Facciamo la conta

«Scoprire che il medico non è un Dio fa soffrire, perché non riusciamo ad abbandonare l'idea di un Dio guaritore sopra di noi».


- Buonasera Dio.
- Buonasera uomo. Era tanto che non ti sentivo.
- Era tanto che non credevo.
- E stasera credi?
- Un po' di più. Quel tanto che basta per telefonarti.
- Che fortunato che sei: trovi sempre libero.
- Già. Anche se pensavo che disturbarti nelle settimane, anzi: nei mesi più duri dell'epidemia non sarebbe stato opportuno.
- Sono settimane ostiche anche le presenti, per questo.
- È vero. Ma non ho resistito.
- Dimmi, dunque. Cosa c'è che non va?
- Non sono diventato uno scrittore affermato.
- Dove?
- Tiburtina.
- Allora scendi a Chiusi e prendi un taxi per Cetona, come faceva Ceronetti.
- Chissà che cosa avrebbe detto lui, di questi tempi.
- «Durante la grande pestilenza del 1665, a Londra era caduto l'uso della parrucca, per timore che i capelli caduti provenissero dagli appestati». 
- Durante l'attuale pestilenza, in Europa (e in Italia, soprattutto) è caduto l'uso del buon senso, per il timore reverenziale nei confronti dei dati del dio Bollettino.
- Dio bollettino... nessuno mi aveva chiamato così.
- È colpa degli sbandieratori: verso sera, col rullo di tamburi, fanno sventolare alte le bandiere dei numeri per dimostrare le loro ragioni.
- Anche oggi un numero cospicuo di morti.
- Ma Dio morto (cantava Guccini), i morti ci sono sempre stati... e ci saranno, solo che erano contati (e speriamo tornino a essere contati) con una certa misura.
- E quale sarebbe, la misura giusta?
- Lasciarli al dolore dei loro cari, amici, conoscenti, tifosi. Non accomunarli. Non accumularli, farne cumulo, usarli per seppellire le ragioni di chi non pensa come gli sbandieratori. 
- Ti spaventano i numeri?
- No, mi spaventa il loro uso a fini di controllo, persuasione e terrore.
- Quanti anni pensi che io abbia?
- Quanti siamo nell'universo a pensarti?
- Un numero imprecisato.
- Allora, secondo me, sei vecchio tanto quanto il primo essere che ti ha nominato.
- Magari, sarei così giovane... Premesso che molti (ma non tu) pensano che io sarei il Creatore, avrei un'età anche di un solo secondo maggiore del Big Bang.
- Miliardi di anni, dunque.
- Già. Come vedi: numeri. Puoi nominarli, riempirtene la bocca, ma sai davvero contarli o anche solo immaginarli?
- In che senso?
- Sai quanto tempo ci vorrebbe a contare da uno a un miliardo, contando tutti i numeri, nessuno escluso, e concedendoti anche facoltà di dire ogni numero in un secondo?
- Dovrei fare un calcolo.
- Lascia stare, te lo dico io: ti ci vorrebbero più di trent'anni.
- Una vita di numeri.
- E tu la vuoi passare a contare?

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¹ Le citazioni sono tratte da G. Ceronetti, Il silenzio del Corpo, Adelphi 1979 (ed. 1987)