« Il formato del mondo non è mai stato di così gigantesca piccolezza. La realtà ha le dimensioni del bollettino, che si sforza di raggiungerla con ansimante chiarezza. Il messaggero che insieme al fatto reca anche la fantasia si è piazzato davanti al fatto e l'ha reso inimmaginabile. E così arcanamente sinistro è l'effetto di tale sostituzione, che in ciascuna di queste miserevoli figure che ora ci assillano col loro inevitabile grido di guerra "Edizione straordinaria!", il grido che affliggerà per sempre l'orecchio dell'umanità, mi piacerebbe cogliere il responsabile di questa catastrofe mondiale. E poi, il messaggero non è allo stesso tempo il colpevole? La parola stampata [i media, soprattutto quelli social] ha indotto una umanità svuotata a perpetrare errori che non è più in grado di immaginare, e il terribile flagello della riproduzione li riconsegna alla parola, che fatalmente a sua volta crea un male che a sua volta si rigenera. Tutto quel che accade, accade solo per chi lo descrive e per chi non lo vive.»
Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanità, Atto Primo, Scena xxix (edizione Adelphi).
Mi piacerebbe di più parlare della presunta crisi di governo, sembrerebbe provocata da un senatore che magari fosse un cavallo. Non ce la faccio. La politica non esiste. Esiste: lo stato di emergenza nel quale la politica non governa sulla scorta delle solite manfrine politicanti, bensì sulla base di suggestioni. E queste suggestioni nascono da una realtà che «ha le dimensioni del bollettino».
A chi comanda, a chi conduce, non gliene importa molto di chi muore. I morti ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Gli attuali - ma solo quelli morti con l'etichetta covid apposta all'alluce - hanno l'onore della ribalta, parchi a tema con alberi piantati alla memoria: è il caso di molte città, Firenze compresa, e quando gli alberi saranno alti a sufficienza, alcuni uccelli ci faranno il nido e ci cagheranno in testa, con un violino di sottofondo.
E dire che, un tempo, i sindaci si vantavano di piantare alberi per ogni nuovo nato...
L'insieme di morti per altre cause faranno una class action?
Il problema sono le terapie intensive, gli ospedali, l'organizzazione della sanità; in una parola il problema è: lo Stato. E lo Stato, per il tramite dei governanti di turno, ha preferito limitare la libertà individuale, sociale ed economica (quest'ultima limitazione ha penalizzato certuni e avvantaggiato - di molto avvantaggiato - cert'altri). E poi con il solito paternalismo del cazzo espresso magnificamente la sera del 31 dicembre a reti unificate. Il potenziamento della struttura sanitaria, invece, non ha avuto lo stesso privilegio governativo: è più facile colorare l'Italia, anziché curarla.
E tutto il pandemonio è successo perché, per dirla nuovamente con Kraus, «ogni epoca ha l'epidemia che si merita. A ogni tempo la sua peste».
Purtruppo le epoche cambiano, gli umani non un granché.
Nessun commento:
Posta un commento