Camminavi un passo a me
avanti perché
ti guardassi la schiena
leggermente imperlata
dal sudore del maggio
che ci vide racchiusi
dentro un’auto amaranto.
Camminavi e ogni tanto
giravi la testa
per adocchiare te stessa
di riflesso nelle vetrine
prima di arrivare su in piazza
Tarlati, poi sulla terrazza
affacciata su un occidente infuocato.
Mi dicesti: “Puoi buttarti di sotto
tanto c’è l'ospedale vicino
se vuoi far passare il dolore
con un dolore più forte”.
Continuavo a fissarti la schiena,
quel sudore che adesso
vedevo di sangue, come il tramonto.
Ti risposi: “Non sono pronto
a morire d’amore: preferisco
portarti conficcata come una spina
perché la spina dura nel tempo
più dei petali che mi hai fatto sfogliare;
perché è meglio non potere più amarti
che smettere d’amare”.
5 commenti:
"Amor, che lo tuo grande valor sente,
dice: – E’ mi duol che ti convien morire
per questa fiera donna, che nïente
par che pietate di te voglia udire"
(Guido Cavalcanti)
Cavalcanti! Che onore... grazie
Oh.... è bella.
La tua intendo.
Che poi smettere d'amare si può, venire a patti con l'ardore, la pazzia, il desiderio, il futuro disegnato.. si può tutto quindi meglio ragionarci sopra, tanto il cuore è solo cervello che si diverte.
era un maggio afoso, non come questo
oltre alla schiena chissà come sudava sul fondo, poverina
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