Su una panchina di Piazza Nova
fare una prova: sentirsi vecchio,
più vecchio di quanto lo fosse
mio padre quando comprò
un Telefunken a colori; più vecchio
di quanto fu vecchio mio nonno
che adesso rivedo bambino
giocare ai giardini con un trenino
come quello che lui stesso condusse
trent’anni, fino alla pensione,
per sedersi sulle stesse panchine,
sotto i tigli dai rami mozzati
dagli operai del comune,
nella piazza che, in verità, ha il nome
di colui che disse: «Oh, che dolce cosa
è questa prospettiva» -
invecchiare, andare alla deriva,
disfarsi sino alle ossa, involarsi
tra gli eteri di luce e calore,
vagare tra gli astri come comete
e, poi, sotto altre apparenze,
ritrovare altra carne, altre ossa,
perché una vita non basta
per sapere cosa si prova
a sentirsi vecchio
su una panchina di Piazza Nova,
a Pratovecchio.
3 commenti:
Ma per sentirsi vecchio di una vecchiezza tangibile bastano le sofferenze altrui? O c'è bisogno di completare il proprio album? Far fatica a risalire alle nostre manchevolezze, alle lacrime provocate, ai disagi inflitti? Per sentirsi vecchio basta la fatica di rialzarsi, il fiatone di tre scalini, le rughe accartocciate, i valori che non tornano?
non parli della vecchiezza anagrafica, mi pare di capire. bella, come le tue migliori.
Per sentirsi vecchio non bastano i vari acciacchi che pure ci sono e tendono ad aumentare, è sufficiente volgersi indietro e non trovare più nessuno, parenti, amici, conoscenti, allora le spalle si fanno ancora più curve e la solita panchina aumenta la malinconia, i valori dei 'vecchi' non torneranno è questa la cosa che manca di più, poi passi un pomeriggio coi nipotini e puff! sparisce tutto. P.S. La poesia è bellissima.
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