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martedì 14 aprile 2015

Vedere Mia madre

Vedrò Mia madre di Moretti ma più avanti non subito perché il film di Moretti l'ho visto e lo sto vedendo (vivendo) da un pezzo da ben prima che dopodomani esca nelle sale cinematografiche d'Italia, non perché abbia goduto di un'anteprima ovvero ne ho goduto ma senza vederlo il film di Moretti, però vivendolo, per cui quando lo vedrò il film di Moretti sarò insieme spettatore e interprete non protagonista, non avrò bisogno di scritturare attrici e attori, figuranti, potrò fare a meno di scenografie, di sceneggiature scritte commissionate, figuriamoci, a uno scrittore che mi sta sul cazzo, non avrò bisogno soprattutto di andare in giro a pubblicizzare questo film che sicuramente avrà menzioni di onore in terra di Francia, il filone intimista che in sottofondo illustra pure una realtà politica e sociale, e l'epoca pure, fa sempre breccia nei cuori transalpini, quindi non andrò da Fazio così avrò la fortuna di non stringere la mano dietro le quinte a quelle eccheduepallefritte della Littizzeppola, purtroppo, rispetto a Moretti, non lo girerò a Roma, nelle terrazze di Roma, nelle strade di Roma, in quei palazzi con la portineria e io che salgo l'ascensore vellutato e su c'è una donna che mi aspetta con una cena giusta, l'abbraccio giusto, quel sottofondo televisivo in cui casco dal sonno e non avrò bisogno di ripensare a quella frase che mi hai detto ieri, mamma, quando ti ho chiesto di tenerli aperti gli occhi quando ti parlo, e tu ricordi quello che mi hai detto ieri? Lo ricordi? Io sì:
«E se li chiudessi per sempre?»
Fammi girare questo cazzo di film, mamma, fammi dire diecimila volte ciak azione. Non mi fare arrabbiare, volevo dire preoccupare, volevo dire affogare in questa impotenza a cui non so far fronte se non ripiegandomi in due alla ricerca di silenzio e di una calma assoluti.
Allora siamo d'accordo, tienti pronta per dopodomani, esce il film di Moretti e Moretti merita.