«Esistono lavoratori - [e] gli studenti, gli anziani e gli adulti che hanno bambini da accudire - a cui la gig economy [l'economia dei lavoretti] offre dei vantaggi. E non bisogna mai dimenticare che questo sistema non esisterebbe se non ci fossero dei consumatori che ne apprezzano i bassi costi e la flessibilità. Mi stupirei di trovare un lettore di quest'articolo che non l'abbia mai alimentato facendo acquisti su internet. Ma per la maggior parte dei lavoratori c'è poco da stare allegri, soprattutto perché un modello del genere obbliga i datori di lavoro tradizionali a competere alle stesse condizioni». Will Hutton, «Come difendere i lavoratori nell'era di internet», columnist di The Observer, articolo tradotto da Internazionale, n. 1170, 9 settembre 2016
Ecco qua. Finalmente ho trovato un responsabile, un vero e proprio testadicazzo al quale va addebitata tutta la sciagura del lavoro precario, sottopagato e senza tutele: io. Sono io, sì, e forse anche tu, caro lettore, siamo noi delle teste di cazzo che, coi nostri consumi (molti dei quali legati alla mera sussistenza), abbiamo svalutato ai minimi termini il costo della forza lavoro.
Quando facciamo «Clic, acquista» e compriamo un libro su Amazon, un paio di mutande su Zalando, un par di palle su eBay; quando prendiamo un taxi con Uber, mangiamo da MacDonald o da Eataly, facciamo il pieno self service, addio posto fisso, addio salari decenti, addio speranze per una moltitudine di lavoratori di avere la pensione.
Colpa nostra, avete capito, diamoci addosso, prendiamoci a schiaffi, incidiamo sulla nostra pelle i guasti della globalizzazione...
A scanso di equivoci, spero si sia capito che sto scherzando. È che, a fine lettura dell'articolo su menzionato, più che sentirmi sconcertato mi sono sentito disarmato di fronte a tanta stronzaggine intellettuale tenuta in così alto grado di considerazione, tant'è che il suddetto giornalista britannico sarà ospite al Festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre. Segnalo apposta l'evento perché se qualcuno che legge queste righe avesse intenzione di parteciparvi, gli chiedo sin d'ora un favore: invitare Will Hutton a scrivere un nuovo articolo dal titolo: Come accusare i capitalisti nell'era di internet. Se declinasse, dopo avergli riso in faccia, mandatelo a fanculo da parte mia.
1 commento:
epperò te devo di' che ben da prima de zalando e de amazon mi sono imbattuto continuamente in persone che con il cappello di lavoratore dipendente - anche pubblico - reclamavano i diritti, con il cappello di marito della pizzicarola contestavano (e sfuggivano) gli oneri, e con il cappello del cliente badavano al prezzo*.
ovvero, la domanda sarebbe: a che altezza si smette di essere sfruttati e si diventa sfruttatori? sempre un millimetro sopra la propria testa?
* io stesso una volta ho comprato un sassofono al nero (e ancora c'ho l'incubi come santagostino co' le pere).
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